Viaggi e turismo

NAMIBIA:

DATI DEL PAESE:

Capitale: WINDHOEK
Popolazione:
1.950.000
Superficie:
825.118 km2
Fuso orario:
+1h rispetto all’Italia, -1h rispetto all’Italia, quando in loco si adotta l’ora legale
Lingue:
inglese, afrikaans, oshivambo, nama/damara e altre lingue locali. Diffuso il tedesco
Religioni:
protestante, cattolica, altre religioni (es. animista)
Moneta:
Dollaro namibiano (N$)
Prefisso per l’Italia:
0039
Prefisso dall’Italia:
00264
Telefonia:
prefisso 081 per rete cellulare namibiana MTC. Per informazioni sulle aree coperte da segnale cellulare vedere il sito: www.mtc.com.na .

Approfondimenti sul Paese:

La Namibia è uno stato dell’Africa Sud-Occidentale, confina a Nord con l’Angola, a Nord-Est, lungo la striscia detta del Dito di Caprivi, confina con lo Zambia e Zimbabwe. Ad Est con il Botswana, a Sud e a Sud-Est con la Repubblica Sudafricana e ad Ovest con un tratto lungo di costa sull’Oceano Atlantico.
Delimitata a Nord e Sud da due fiumi; il Kuneme e l’Orange, è attraversata dal Tropico del Capricorno. Si possono distinguere due regioni: il Namib, la lunga fascia costiera desertica che occupa circa 1/5 della superficie del territorio e la dorsale degli altopiani interni che si estende a Sud-Est verso la depressione desertica del Kalahari. La nebbia marina che copre il deserto rende la zona inospitale, a Nord si chiama la Costa degli Scheletri per i numerosi resti di foche e balene e le carcasse di navi naufragate nel corso dei secoli. Il Deserto del Namib è oggi riserva naturale. Nella regione dell’Okavango al confine con l’Angola vivono i 2/3 della popolazione.

  • LE ORIGINI:

    I primi abitanti della Namibia furono i Boshimani. Questo ceppo tribale (appartenente alla radice antropologica mongoloide) era diviso in 2 gruppi tribali: i San ed i Khoi Khoi. Insieme diedero vita ad un terzo gruppo misto chiamato Khoisan. Le pitture rupestri trovate nel Damaraland ne testimoniano la loro presenza in epoche remote, oltre 20.000 anni fa.
    Circa 2000/2200 anni fa numerosi gruppi del ceppo Bantù si stabilirono negli attuali confini della Namibia e del Botswana. La loro ascesa segno il momento del declino e della fuga per i Boshimani che dovettero trasferirsi nelle zone desertiche del Kalahari e nelle zone paludose ai confini con il Delta dell’Okavango, piegandosi al volere di altri popoli più organizzati e strutturati.
    Nel 1300 i Nama ed i Damara arrivarono dal nord obbligando i San a spostarsi verso nuove terre e verso l’attuale Sudafrica e, soprattutto, verso il Kalahari.
    Verso il 1400 una nuova tribù si stabilì in queste zone, gli Owambo, che conquistarono il nord della Namibia fino al delta dell’Okawango.
    Nel 1500 arrivarono anche gli Herero attestandosi nella zone dell’Etosha e verso Windhoek diventando il popolo dominante.

  • CLIMA:

    La Namibia presenta un clima prevalentemente secco e temperato/caldo. A causa della posizione geografica a cavallo del Tropico del Capricorno, dell’altezza media a cui si viaggia (circa 900-1.100 m.) e dell’ambiente arido si verifica una notevole escursione termica fra il giorno e la notte e fra l’estate e l’inverno. Notevoli sono anche le differenze tra una regione e l’altra in quanto dipendono dalle caratteristiche geografiche.
    In generale si può dire che nei mesi tra giugno e agosto (inverno australe) è caldo secco durante il giorno (23°-30° gradi) e le serate sono fresche (3°- 8° gradi). Nei mesi tra dicembre e marzo (estate australe) temperature più alte (30°-40° di giorno e 10°-23° di notte) con possibilità di acquazzoni prevalentemente nelle regioni dell’altopiano centrale e del nord; in questi mesi anche i “fiumi”, prevalentemente a regime torrentizio, possono improvvisamente iniziare a scorrere! Lungo la costa (e per circa 20-50 km all’interno) la nebbia è comune soprattutto di notte e mattina.

  • LOCALITA':

    Windhoek
    Gli altipiani centrali della Namibia sono dominati dalla capitale, Windhoek, una piccola città dall’aspetto tipicamente tedesco. Situata nel cuore geografico della Namibia, è il nodo centrale di tutte le attività economiche e commerciali della nazione e vanta l’unico aeroporto internazionale del paese. Situata nel mezzo dell’altopiano centrale a un’altitudine di 1660 m, Windhoek ha un clima piuttosto fresco con notevoli variazioni di temperatura e abbondanti precipitazioni. L’umidità dà origine a lussureggianti giardini e fiori spettacolari. Windhoek ha solo 221.000 abitanti, ma nelle strade si ritrova la mescolanza etnica tipica della Namibia. Il centro della città è caratterizzato da un misto di strutture coloniali tedesche e moderni edifici color pastello. L’orizzonte è dominato dalla Christuskirche, la chiesa luterana tedesca, strano miscuglio di Art Nouveau e stile neogotico. Altri edifici di particolare rilievo sono il palazzo del parlamento, Tintenpalast; Alte Feste, un vecchio forte imbiancato a calce che ora ospita un museo; e la stazione ferroviaria, in stile olandese del Capo, risalente al 1912. Windhoek si gira molto bene a piedi. C’è un percorso pedonale di circa un’ora, detto Hofmeyer Walk, che passa nella vicina valle di Klein Windhoek e offre una veduta panoramica della città. Al centro della zona pedonale di Post Street sono in mostra 33 meteoriti dalla pioggia meteoritica di Gibeon, che depositò, nel 1837, 21 tonnellate di massi extraterrestri nella zona di Gibeon, nella Namibia meridionale.

    Swakopmund
    Swakopmund è la seconda più grande città della Namibia e la capitale “estiva” per tradizione. E’ uno dei più surreali luoghi in questa terra di contrasti. Si giunge in città dopo il passaggio senza fine del Namib Desert, una delle aree naturali più vaste al mondo. E’ conosciuta come “Gioiello della Namibia”, risplendendo sotto il sole, tra il deserto ed il mare. Attività facoltative includono surfare sulle dune, quad, giro in cammello, escursioni in barca per avvistare delfini e foche (tutte queste attività non sono incluse, a meno che non specificato diversamente). Swakopmund è popolare grazie al suo vecchio fascino e l’atmosfera rilassata, e spesso viene considerate la capitale dell’avventura in Namibia.

     

  • PARCHI E AREE:

    Kalahari
    Il deserto del Kalahari è una vasta distesa sabbiosa che si estende per circa 520.000 km², è situato sull’immenso altopiano che copre l’Africa australe e si trova ad una altezza media di 900 metri. Copre il 70% del territorio del Botswana e parti dello Zimbabwe, della Namibia e del Sudafrica ed è il quarto deserto al mondo per estensione. Il deserto del Kalahari si trova all’interno di un bacino che porta lo stesso nome e misura oltre due milioni e mezzo di chilometri quadrati arrivando a coprire ben nove paesi africani. Il nome Kalahari deriva dalla parola Kgalagadi della lingua Tswana e significa “la grande sete”. Il Kalahari è un deserto di sabbia rossa, in parte arido e in parte semi arido. Parti del Kalahari ricevono più di 250 mm di acqua piovana ogni anno, mentre la zona veramente arida si trova a sud-ovest, dove ogni anno piovono meno di 175 mm d’acqua, rendendo quest’area un deserto di tipo fossile. Le temperature estive variano dai 20 ai 40 °C, mentre in inverno il clima è secco e freddo, con una temperatura minima che può essere sotto lo zero. Le uniche riserve d’acqua di grandi dimensioni sono costituite dai pan, laghi salati effimeri che si riempiono durante la stagione delle piogge. Tra gli animali che vivono nella regione vi sono iene, leoni, suricati, antilopi e molte specie di rettili e uccelli. La vegetazione è molto variegata e comprende più di 400 specie di piante, ma consiste principalmente di graminacee e acacie. Il Kalahari ospita l’antico popolo nomade dei Boscimani, che si crede vivano in queste terre come cacciatori-raccoglitori da almeno ventimila anni. Vi sono numerosi giacimenti di carbone, rame e nichel e una delle più grandi miniere di diamanti del mondo.

    Etosha National Park
    L’Etosha National Park è il primo parco fondato in Namibia nel 1907 e sicuramente uno dei migliori luoghi al mondo per osservare gli animali. Il suo nome significa “grande luogo bianco asciutto”, anche conosciuto come “la terra delle acque asciutte” e deriva dalla vasta depressione salina dalle sfumature bianche e verdastre chiamata Etosha Pan. Ma sono le foreste e le praterie circostanti a costituire un habitat tanto favorevole alla fauna del parco. L’Etosha National Park occupa una superficie di oltre 20 000 kmq, dove vivono 114 specie di mammiferi, 340 di uccelli, sedici di rettili e anfibi e un’innumerevole varietà d’insetti. Geologia L’Etosha Pan è un vastissimo deserto salino pianeggiante che per pochi giorni l’anno, per via delle piogge, si trasforma in una laguna poco profonda popolata da fenicotteri e pellicani bianchi. Quando si formò, dodici milioni di anni fa, era una depressione poco profonda alimentata dalle acque del fiume Kunene, ma i mutamenti climatici e tettonici verificatisi nel corso dei secoli hanno fatto abbassare il livello dell’acqua e creato questa depressione salina che ora si riempie d’acqua solo sporadicamente. Quando le precipitazioni sono abbondanti, essa è alimentata da fiumi effimeri detti oshanas e omiramba che sono valli fluviali fossili i cui corsi d’acqua scorrono talvolta sotto terra. Flora E Fauna La pianta più diffusa a Etosha è il Mopane, che circonda la depressione salina e costituisce circa 80% dell’intera vegetazione. Secondo la stagione si possono vedere nel parco elefanti, giraffe, zebre, antilopi saltanti (springbok), alcelafi rossi, gnu, orici (gemsbok), antilopi alcine, kudu maggiori, antilopi roane, struzzi, sciacalli, iene, leoni, ghepardi e leopardi. Tra le specie in pericolo di estinzione vi sono l’impala dal muso nero e il rinoceronte nero. La densità degli animali è in relazione alla vegetazione. Nella stagione secca invernale gli animali si raggruppano intorno alle pozze d’acqua, mentre durante i caldi e piovosi mesi estivi si disperdono e trascorrono le giornate riparandosi nella boscaglia. Di pomeriggio si possono vedere gli animali che riposano sotto gli alberi. Le temperature estive possono raggiungere i 44ºC. Anche gli uccelli abbondano, i buceri dal becco giallo sono molto diffusi e a terra si possono vedere le enormi otarde di Kori. Il settore del Von Lindequist Gate si caratterizza per gli immensi scenari creati dall’Etosha Pan, una vastissima depressione di origine salina che rende il paesaggio unico ed indimenticabile. Sono grandi le opportunità per avvistare i tanti animali che abitano questo parco.

    Fish River Canyon
    Non c’è nessun altro posto simile a Fish River Canyon in Africa. Il fiume Fish ha scavato questa gola per centinaia di anni e il risultato è spettacolare. Le sue dimensioni – 160 km di lunghezza e 27 km di larghezza – non bastano, per quanto straordinarie, a dare un’idea del fascino del canyon. Il panorama è mozzafiato. Il principale centro turistico, dove potrete trovare centri di informazioni sul canyon, è Hobas, nell’estremità nord del parco. Nei dintorni dell’Hobas Information Centre ci sono aree attrezzate per picnic e campeggio, sentieri tracciati e l’accesso ad alcuni dei migliori punti panoramici del canyon. Da Hobas potete prendere il Fish River Hiking Trail, un percorso a piedi che richiede cinque giorni di cammino e arriva fino ad Ai-Ais, all’altra estremità del canyon. L’itinerario (di 85 km) segue il letto sabbioso del fiume (se ci andate in maggio o giugno, il fiume non sarà percorribile). Il percorso è aperto solo da maggio a giugno, e dovete prenotare con molto anticipo se volete fare l’escursione. Dovrete portarvi il sacco a pelo, scorte alimentari e di acqua, mentre la tenda non dovrebbe essere necessaria in quanto è molto raro che piova. Situata all’estremità meridionale del canyon, Ai-Ais è una piacevole oasi con sorgenti calde. L’acqua delle sorgenti, incanalata in una serie di piscine e vasche idromassaggio, pare avere effetti benefici per chi soffre di reumatismi o disturbi nervosi. Ad Ai-Ais ci sono aree per il campeggio, bungalow e caravan. Non esistono trasporti pubblici da un’estremità all’altra del canyon, ma l’itinerario è percorso da molti gitanti, per cui è possibile trovare un passaggio.

    Skeleton Coast
    La Skeleton Coast è, per l’esattezza, il tratto di costa compreso tra le foci del Kunene e dell’Ugab sull’Atlantico, ma il nome viene spesso usato per indicare l’intera costa deserta, a sud anche fino a Lüderitz. I parchi della Skeleton Coast comprendono all’incirca due milioni di ettari di dune di sabbia e distese di ghiaia e costituiscono una delle zone più inospitali e prive d’acqua del mondo. I naviganti trascinati a riva da un naufragio lungo la costa non avevano alcuna possibilità di sopravvivenza. La nebbia che avvolge per gran parte dell’anno l’arida costa, dà alla zona un aspetto lugubre e misterioso. La National West Coast Recreation Area è una striscia di costa lunga 200 km e larga 25 km, che va da Swakopmund al fiume Ugab. È frequentata da molti pescatori bianchi, provenienti soprattutto dallo Zimbabwe e dal Sudafrica, che tentano la fortuna con le specie ittiche locali. La colonia di foche di Cape Cross è più simile a un campo di concentramento che a una riserva naturale, in quanto le foche (in realtà non si tratta di foche, ma più precisamente di otarie) vengono allevate per scopi commerciali. Accanto al bar c’è un mattatoio e alcune aree sono proibite, ma la riserva è aperta ai visitatori e potrete vedere le foche che se ne stanno distese imperterrite sulle rocce. Le pelli vengono vendute a parte, mentre il resto della foca viene trasformato in una poltiglia ricca di vitamine utilizzata nei mangimi per bestiame. L’esploratore portoghese Diego Caõ, il primo europeo a metter piede in Namibia, piantò una croce alta 2 m (‘Cape Cross’ significa ‘Croce del Capo’), in onore del suo re. La croce rimase al suo posto per più di 400 anni, finché un marinaio tedesco non decise di portarsela a casa nel 1893. L’anno seguente la croce originale venne sostituita da una copia.

    Sossusvlei
    Situato nel cuore del Namib-Naukluft National Park, Sossusvlei è un enorme bacino di creta circondato da altissime dune rosse. Queste possono raggiungere un’altezza di 250 metri e creare un gigantesco mare di sabbia. Il bacino argilloso chiamato anche “vlei” è colpito da frequenti inondazioni del fiume Tsauchab, che si assorbono lentamente nella creta. Con pochissime precipitazioni all’anno, la vegetazione è scarsa. Gli scenari mozzafiato e i paesaggi spettacolari rendono Sossusvlei una delle attrazioni più famose della Namibia. Alcuni punti molto noti di questo sito sono: Dead-Vlei, Hidden Vlei e la famosa Duna 45. Sossusvlei offre straordinarie opportunità di fare fotografie uniche, grazie ai forti e costanti cambiamenti di colore, contrasti ed ombre. Il canyon di Sesriem è lungo circa un chilometro e profondo fino a 30 m. Il fiume Tsauchab, asciutto per gran parte dell’anno, lo ha scavato nella roccia sedimentaria nell’arco di un periodo di circa 15 milioni di anni. In afrikaans, “Sesriem” significa “sei cinghie”, e deriva dal fatto che i primi coloni dovevano usare un sistema di sei corregge per estrarre l’acqua dal fondo della gola. In alcuni tratti il canyon è piuttosto stretto (fino a un minimo di 2 m); in questi punti si formano delle pozze d’acqua perenni, da cui gli animali possono bere.

    Sandwich Harbour
    La laguna di Sandwich Harbour è situata a 48 chilometri a sud di Walvis Bay, ai piedi di maestose dune color avorio ed è una spettacolare destinazione, specialmente per gli appassionati di fotografia. Molto conosciuta dai pescatori, dagli ornitologi e dagli amanti della natura, la laguna un tempo era una baia aperta, chiamata nei vecchi testi Sandfisch Haven, che con il passare degli anni è stata chiusa dalla sabbia. La zona di Sandwich ha un fascino mistico, arricchito dalla leggenda che narra che sotterrato da qualche parte nelle dune al di sopra del livello dell’alta marea, vi fosse una nave con un carico d’avorio, oro e pietre preziose. Questo tesoro è stato cercato da tanti, ma sino ad oggi nessuno ha avuto la fortuna di scoprirlo. La laguna riceve acqua dolce dalle falde acquifere interne ed è un santuario per un gran numero d’uccelli di ripa. E’ anche un’importante zona riproduttiva per una grande varietà di pesci. La zona è accessibile solo mediante veicoli 4×4 e con un apposito permesso.

    Cape Cross
    Seal Reserve Cape Cross è famoso soprattutto per la riserva popolata da migliaia di otarie del capo. Nel 1486 l’esploratore portoghese Diego Cao, primo europeo a mettere piede in Namibia, giunse a Cape Cross e piantò una croce (Padrao) alta 2 m e pesante 360 kg in onore di Giovanni II, re di Portogallo. La croce rimase al suo posto fino al 1893, quando fu rimossa e portata in Germania dalla nave Falke. L’anno seguente il kaiser Guglielmo II ordinò che ne fosse realizzata una copia recante l’iscrizione originale in latino e portoghese, con l’aggiunta di una dicitura commemorativa in tedesco. Nel punto in cui Cao in origine piantò la sua croce ora, ce n’è una seconda realizzata in dolerite ed eretta nel 1980. Sul luogo si trova anche una composizione di blocchi in cemento di forma circolare, disposti in modo da riprodurre la Croce del Sud, costellazione che il navigatore portoghese seguì durante la sua spedizione. Le otarie del capo possiedono l’orecchio esterno. Sotto il grezzo pelo superficiale, le otarie hanno uno spesso strato di pelliccia che non si bagna e trattiene l’aria garantendo l’assoluto isolamento termico (il che permette loro di mantenere costante la temperatura corporea a trentasette gradi e di trascorrere lunghi periodi immersi in acque fredde). Gli esemplari maschi pesano in media 200 kg e le femmine attorno ai settantacinque, nel periodo compreso tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre partoriscono un solo cucciolo. Le madri riconoscono i loro piccoli grazie alle percezioni olfattive e ai richiami. I principali predatori sono la iena bruna e lo sciacallo della gualdrappa. Solitamente i cuccioli rimangono con la madre fino a un anno d’età. Le otarie del capo mangiano ogni giorno una quantità di cibo pari all’8% del loro peso corporeo. Ogni anno viene eseguito un abbattimento controllato delle otarie. Le pelli sono lavorate per poi rifornire il mercato europeo, la carne è spedita a Taiwan, i genitali sono esportati in oriente e il resto è utilizzato per ricavare una poltiglia proteica usata per nutrire i bovini.

    Damaraland
    Nel Namib settentrionale, le sporadiche sorgenti e i fiumi effimeri creano strisce verdi e umide in cui vivono animali selvatici, uomini e bestiame. Procedendo verso l’interno dalle dune e dalle pianure della spoglia Skeleton Coast, il terreno s’innalza gradualmente generando prima alcune selvagge montagne desertiche, poi gli altopiani dalla vegetazione a macchia della Namibia Centrale. Questa è la zona denominata Damaraland il cui nome deriva dell’etnia dei Damara. I suoi grandi spazi sono una delle ultime aree faunistiche non ufficiali dell’Africa, dove si possono ancora vedere gli animali vagare liberamente al di fuori dei parchi e delle riserve protette. Il Damaraland offre anche molte bellezze naturali tra cui il massiccio del Brandberg che culmina con la vetta più alta della Namibia – il Konigstein, alto 2573 m. Insieme a Twyfelfontein e allo Spitzkoppe, il Brandberg custodisce siti preistorici con alcune delle pitture e incisioni rupestri più belle del continente.

    Twyfelfontein
    la zona più conosciuta del Damaraland è la zona di Twyfelfontein. I Damara, che un tempo vivevano in questa zona, la denominarono Uri-Ais o “fontana saltante” dalla sua sorgente di acqua fresca. Nel 1947 il nome è stato cambiato in Twyfelfontein – che significa “fontana dubbiosa”, dal primo colono bianco, che riteneva che la sorgente fosse troppo debole per essere un valido supporto per l’allevamento del bestiame. Nel 1952 la zona è stata dichiarata monumento nazionale per i suoi tesori artistici. Twyfelfontein è conosciuta per l’abbondanza di graffiti e pitture rupestri situate in una valle di arenaria rossa. Si crede che i graffiti risalgano a circa 6000 anni fa. In totale vi sono oltre 2500 graffiti divisi in sei categorie o fasi, fino al XIX secolo. La maggior parte dei graffiti rappresenta animali e le loro orme, con rare rappresentazioni di uomini rispetto alle migliaia d’immagini presenti. Le pitture e le incisioni rupestri hanno un’origine incerta e le ipotesi sulle loro origini abbondano. Purtroppo non esiste un modo affidabile di datarle senza distruggerle. Si può dedurre che gli artisti fossero nomadi che vivevano di caccia e di raccolta e che non conoscessero l’agricoltura né la ceramica. La maggior parte delle pitture rupestri riflette il rapporto tra gli esseri umani e la natura. Alcune sono rappresentazioni stilizzate, ma nella maggior parte dei casi riproducono fedelmente e con grande abilità le persone e gli animali della regione. I temi ricorrenti comprendono il ruolo delle donne e degli uomini, battute di caccia e pratiche di medicina naturale. Le pitture si possono raggruppare in tre periodi distinti: le più antiche sembrano riflettere un periodo di nomadismo durante il quale le popolazioni si dedicavano prevalentemente alla caccia. Le opere successive, che rivelano un netto miglioramento artistico, suggeriscono pacifiche incursioni di gruppi provenienti da altre zone, forse San o Khoi-Khoi. L’ultimo stadio indica un impoverimento dell’espressione artistica dovuto forse a una perdita d’interesse verso il genere. Le tonalità del rosso si ottenevano principalmente macinando ossidi di ferro e aggiungendo a questa polvere un po’ di grasso animale per formare una pasta adesiva. I pigmenti bianchi erano ricavati dalla silice, dal quarzo in polvere e dalle argille bianche ed erano per natura meno adesivi di quelli rossi. Gli artisti applicavano i colori alla roccia usando le dita, bastoncini e pennelli ricavati con peli d’animali. L’arte rupestre ha la particolarità di essere ammirata nel luogo della sua creazione. L’osservatore attento potrà dunque farsi un’idea dell’ambiente che ha ispirato i dipinti.

    Petrified Forest
    La Foresta Pietrificata, a 40 km a ovest di Khorixas, è una zona di veld aperto e cosparso di tronchi pietrificati che arrivano a misurare 31 m di lunghezza e sei di circonferenza. Si calcola che abbiano all’incirca 260 milioni di anni. Gli alberi appartengono al gruppo delle Gimnosperme, lo stesso delle conifere, cicadacee e welwitschie. Poiché non vi sono resti di radici né di rami, si ritiene che i tronchi siano stai trasportati da un’alluvione. Vi sono una cinquantina di alberi, alcuni ancora parzialmente sepolti, perfettamente pietrificati dalla silice con tanto di corteccia e anelli. Nel 1950 il luogo fu dichiarato monumento nazionale.

    Metorite di Hoba
    In questo paese troviamo molteplici testimonianze di meteoriti precipitati sulla terra. La vera attrazione, tuttavia, si trova presso la fattoria di Hoba. Solo qui è possibile ammirare il più grande corpo celeste caduto sul nostro pianeta. Si stima che l’impatto avvenne circa 80.000 anni fa e le sue dimensioni corrispondono a 2.95 metri x 2.84 metri con un peso di 60 tonnellate. Stranamente, intorno al luogo del ritrovamento, non è stato riscontrato alcun cratere dovuto all’impatto, probabilmente dovuto al rallentamento subito dal meteorite all’ingresso dell’atmosfera terrestre e ad un probabile impatto su un’area allora lacustre. In realtà all’epoca del suo ritrovamento, nel 1920, da parte del proprietario di questa stessa fattoria, il peso del meteorite di Hoba doveva essere di ben 6 tonnellate in più che sono andate perse a causa dell’erosione ma soprattutto a causa di atti di vandalismo. Oggi è assolutamente vietato portar via pezzi di questo corpo celeste come souvenir.

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