Viaggi e turismo

EGITTO:

DATI DEL PAESE:

Capitale: Il Cairo
Popolazione: circa 100 milioni
Superficie: 1.001.449 Km2
Fuso orario: + 1 ora rispetto all’Italia (tranne nei mesi in cui è in vigore l’ora legale)
Lingua: arabo. La lingua veicolare più diffusa è l’inglese, seguita dal francese. L’italiano è molto parlato nella zona di Sharm-el-Sheikh.
Religione: islamica sunnita (giorno festivo venerdì) con una minoranza cristiana copta dal 10 al 15%.
Moneta: Lira egiziana (Egyptian Pound)
Prefisso dall’Italia: 0020
Prefisso per l’Italia: 0039
Telefonia: diffusa e ben funzionante la telefonia mobile, affidata a privati (Vodafone, Orange e Etisalat). L’introduzione in Egitto di un cellulare per uso personale non è soggetta ad alcuna formalità. In genere i cellulari italiani ricevono regolarmente in Egitto, ma è bene verificare prima della partenza con il proprio gestore.

Approfondimenti sul Paese:

L’Egitto è bagnato a nord dal Mar Mediterraneo, e a est dal Mar Rosso; confina a est con Israele, a sud con il Sudan e a ovest con la Libia. La regione di confine con il Sudan lungo il Mar Rosso, il cosiddetto Triangolo di Hala, è contesa dal Sudan. La parte ovest dell’Egitto è occupata dal deserto libico. L’Egitto ha pochissimi fiumi. Il Nilo è il più importante dell’Egitto, é uno dei fiumi più lunghi del mondo. Esso nasce dai Grandi Laghi africani, nella zona centrale del continente, e nel suo ultimo tratto attraversa da sud verso nord la parte orientale dell’Egitto.
Il Nilo è stato di vitale importanza per il fiorire delle antiche civiltà, e lo è ancor oggi poiché è una fonte inesauribile di acqua per l’irrigazione dei campi. Senza di esso l’Egitto sarebbe un’isolata landa desertica senza vita, poiché si trova su uno dei territori più aridi del deserto sahariano, il Deserto Libico, poverissimo di oasi.

  • Clima:

    La primavera in Egitto va da settembre a maggio, i mesi più caldi sono giugno, luglio ed agosto. Il caldo è intenso ma asciutto e sopportabile. Il periodo consigliato per recarsi in Egitto va da novembre a fine marzo, quando a nord il clima è soleggiato e con rare piogge, mentre a sud è secco e temperato. Le piogge sono pressochè scarse. Nelle zone desertiche vi sono forti escursioni termiche tra il giorno e la notte. In aprile soffia il Khamasin, il vento che porta con sè la sabbia del deserto. Nella capitale si può incontrare qualche giornata fresca in gennaio e febbraio. Per le località del Mar Rosso e Hurghada, i mesi più belli sono maggio e ottobre, anche l’estate è piacevole nonostante sia abbastanza calda, è sconsigliato l’inverno.
    Per tutto l’anno è quindi possibile la visita del paese.

  • LOCALITA' PRINCIPALI:

    Abu Simbel
    Il villaggio di Abu Simbel, a circa 280 km da Assuan, è il punto abitato più a sud dell’Egitto; i suoi abitanti, di origine nubiana, vivono ancora oggi in modeste abitazioni lungo le rive del lago. Qui il tempo sembra essersi fermato e il progresso non è ancora arrivato. I pochi negozi offrono soltanto il minimo indispensabile per la sopravvivenza della popolazione locale. I Templi, fatti erigere dal faraone Ramsete II, rappresentano uno dei maggiori complessi architettonici della Valle del Nilo. Il tempio principale è dedicato a Ramsete II, oltre che alle divinità di Amon-Ra, Horus e Ptah, le cui statue, insieme a quella del faraone, sono conservate nel santuario più interno del tempio. Sulla facciata, quattro grandi statue del faraone seduto sul trono, alte più di 20 metri, fanno da maestoso ingresso al tempio. Il tempio minore è dedicato alla moglie preferita di Ramsete, Nefertari, incarnazione terrena della dea Hathor. Le sei statue della facciata, alte 11 metri, rappresentano la regina raffigurata in mezzo a quelle del faraone. Al loro fianco compaiono le figure dei figli, le principesse accanto a Nefertari, i principi accanto a Ramsete. I due templi sono stati innalzati rispetto alla loro collocazione originale per non essere sommersi dalle acque del lago Nasser. Oggi le acque da cui i templi sono stati salvati li fronteggiano come un grande mare e li rivelano nel riverbero del sole, all’alba come al tramonto, più maestosi che mai.

    Abydos
    Non direttamente sulle sponde del Nilo, si trovano i templi di Abydos, una delle necropoli più importanti nella storia dell’Antico Egitto. Deve la sua notorietà soprattutto agli edifici religiosi fatti erigere dai faraoni. Il tempio funerario di Seti I, dedicato ad Osiride, è uno dei più significativi; costruito in arenaria su un declivio, presenta bassorilievi e sculture parietali stupende che celebrano, in ognuno dei sette santuari popolati di cartigli, figure, storie e immagini, il culto della divinità. Ad una estremità della terrazza del tempio si trova una cappella dedicata al dio dei morti, nota come Tomba di Osiride.

    Assuan
    Affacciata sul Nilo al limite dell’antico impero egizio, immersa in un paesaggio di suggestiva bellezza, Assuan è stata per secoli porta di ingresso in Egitto per le carovane africane e rimane ancora oggi, nonostante la presenza dei turisti, un centro sonnolento dal fascino di terra lontana, dove si respira un clima di grande serenità e dolcezza. La vita scorre intorno al pittoresco mercato, nel centro del paese, che offre ogni tipo di mercanzia. Alle antiche Cave di Granito, a sud della città, si può ammirare un gigantesco obelisco incompiuto, alto circa 45 metri, che sarebbe potuto divenire il più grande esistente se non si fossero aperte alcune crepe durante la sua costruzione e non fosse stato quindi abbandonato. Vicino alla prima cateratta del Nilo, la Grande Diga è la colossale opera realizzata tra il 1960 e il 1971, che ha creato il bacino lungo circa 500 km del lago Nasser. Pur offrendo a tutto il paese energia elettrica e miglior irrigazione, ha creato un vero e proprio sconvolgimento ambientale, che ha portato alla necessità di spostare monumenti che sarebbero stati sommersi dalle acque. Tra questi il complesso tolemaico dei templi di Iside che, dall’isola di Philae dove sorgeva, è stato collocato a 500 metri di distanza e 30 metri più in alto rispetto a prima, sull’isola di Agilkia. Interessanti reperti archeologici e manufatti recuperati in Nubia, sono raccolti nel Museo Nubiano, dove è possibile anche approfondire la conoscenza degli usi e costumi tipici di questa zona.

    Dendera
    Tra le rovine dell’antica Tentyris, che sorgeva sulla riva sinistra del Nilo, si erge il Tempio della dea Hathor, madre di tutti gli dei. Costruito in epoca tolemaica perpendicolarmente al fiume, presenta articolate strutture architettoniche e meravigliose pitture parietali. È da questo tempio che la spedizione napoleonica asportò il famoso Zodiaco, esposto oggi al Louvre.

    Edfu
    Il grande Tempio tolemaico, dedicato a Horus, il dio dalla testa di falco, la cui statua domina il cortile antistante il pronao, è ancora in perfetto stato. Le decorazioni sono quasi tutte di carattere religioso-mitologico e rappresentano formule magiche e riti sacrali.

    Esna
    Sulla riva sinistra sorge il Tempio di Esna dedicato a Khnum, il dio creatore dalla testa di ariete. La costruzione è di origine greco-romana e venne successivamente ricoperta di sabbia. Di notevole bellezza sono le colonne che contribuiscono ad accentuare quest’aria di monumentale solennità.

    Il Cairo
    Capitale e maggiore centro culturale arabo è, con i suoi 20 milioni di abitanti, una tra le metropoli più grandi esistenti al mondo. Fondata nel 969 d.C. oggi è una città caotica e affascinante, caratterizzata dal contrasto fra strutture tipicamente orientali e il ritmo di vita sempre più frenetico, tipico delle società occidentali. Nel centro della città sorge il Museo Egizio, noto per la sua importantissima raccolta di reperti archeologici, incluso il tesoro di Tutankhamon. La vecchia Città Islamica ospita la Cittadella, poderosa fortezza voluta dal sultano Saladino nel XII secolo, imponenti moschee e il grande Bazaar di Khan el Khalili, mercato fondato alla fine del XIII secolo, con centinaia di negozi di ogni tipo. Alla periferia della città sorge l’immensa necropoli di Giza, complesso archeologico dominato da tre grandi e famosissime Piramidi, innalzate tra il 2500 e il 2400 a.C. per i faraoni Cheope, Chefren, Micerino. Alle tre piramidi principali fanno da contorno altre minori, il cui scopo era ospitare le spoglie delle mogli e dei familiari dei faraoni. Altre attrattive di Giza sono la Sfinge, che rappresentava una divinità locale e fungeva da guardiano della necropoli, e la Barca Solare, nave funeraria del faraone, ritrovata in ottimo stato di conservazione. A circa 30 km dal Cairo, da visitare nel deserto la necropoli di Sakkara, il cui monumento più imponente è la Piramide di Zoser (primo sovrano del Regno Antico e primo a farsi edificare una piramide intorno al 2668 a.C.). È una costruzione a gradoni alta 60 metri, realizzata a strati di tombe o mastaba sovrapposti. Sulla riva occidentale del Nilo a sud del Cairo, sorge Memphis, prima capitale dell’Egitto fondata nel 3100 a.C. da Menes e rimasta in vita per circa 4000 anni, dove si possono ancora ammirare imponenti resti quali uno dei due Colossi di Ramsete, la Sfinge di Alabastro, statue, obelischi e colonne del palazzo di Merneptah e della Casa del Toro di Api, dalle proporzioni armoniose.

    Kom Ombo
    Il Tempio tolemaico-romano, dall’aspetto di acropoli, era dedicato al dio-coccodrillo Sobek e ad Haroeris, una delle manifestazioni solari di Horus, e per questo ogni elemento architettonico è “doppio”: sulla facciata due porte introducono, tra due doppie file di colonne, a doppie camere e santuari.

    Luxor
    Nel centro di Luxor, che ricopre la parte meridionale dell’antica Tebe, capitale dell’Egitto durante il Medio e Nuovo Regno, sorge il Tempio di Luxor, iniziato da Amenophis III (che lo dedicò al dio Sole Amon-Ra, alla sposa Mut e al loro figlio, la divinità lunare Khonsu) e successivamente continuato da Tutankhamon e abbellito da Ramsete II. Degli obelischi che ornavano il tempio uno venne donato a Luigi Filippo di Francia e ora troneggia in Place de la Concorde a Parigi. L’altro grande complesso, il Tempio di Karnak, dedicato al dio Amon, sorge sulle sponde del Nilo. I faraoni non cessarono di ingrandirlo e di trasformarlo e infatti presenta un susseguirsi di templi, statue, sale e pareti decorate magistralmente. Tebe, chiamata da Omero “la città dalle cento porte”, raggiunse il suo massimo splendore tra la XVIII e la XX dinastia. Furono proprio i faraoni di quest’epoca a dare inizio alla necropoli, decidendo di nascondere i propri sepolcri per paura che venissero profanati dai ladri e di separarli dai templi funerari, costruendoli in una valle segreta e piena di anfratti, l’attuale Valle dei Re, e sistemando i sepolcri delle regine e di alcuni principi in altre aree vicine. La visita alla Valle dei Re e delle Regine è uno dei momenti più emozionanti del viaggio in Egitto, anche se i tesori scoperti all’interno delle tombe sono esposti nei musei (i più importanti sono quelli del Cairo, di Londra e di Torino). Completano il percorso nell’antica Tebe i Colossi di Memnon, giganti di pietra alti 15 metri posti a guardia della vallata, l’imponente Tempio funerario della regina Hatshepsut a Deir el Bahari e il complesso di Medinet Habu, uno dei monumenti più sottovalutati della sponda occidentale, con il tempio funerario di Ramsete III. Il piccolo e moderno Museo nel centro di Luxor, inaugurato nel 1975, ospita interessanti reperti archeologici ed è dedicato alla mummificazione.

  • ALTRE LOCALITA':

    Amada (Zona archeologica)
    Unico esempio rimasto dei templi costruiti in Nubia durante la XVIII dinastia, il Tempio di Amada, a 180 km dalla grande diga, è un vero tesoro architettonico e contiene una delle stele storiche più famose. Sulla riva destra del Nilo e tempio rupestre di uno dei maggiori centri nubiani sommersi, quello di Derr fu dedicato da Ramsete II al dio Ra-Harakhthe. Gli importanti rilievi sono a incavo e i colori sono molto ben conservati. La tomba di Pennut, originariamente situata 40 km più a nord nella necropoli di Aniba, centro fortificato nel Medio Regno ora sommerso, apparteneva al vicere della Nubia sotto Ramsete VI. L’insieme è ben conservato e interessanti sono le decorazioni, che rievocano alcuni antichi riti funebri.

    Assiut
    Fondata al tempo dei faraoni su un’ampia e fertile pianura, è la città più importante della regione e capoluogo della provincia omonima. Centro agricolo grazie al commercio di cotone e cereali, un tempo era il punto di arrivo delle carovane di cammelli che percorrevano la “strada dei quaranta giorni” dopo essere partite dalla provincia di Darfur in Sudan; fino a 150 anni fa la città deteneva il triste primato del più grande mercato di schiavi in Egitto.

    Beni Hassan
    Situata sulla sponda orientale del Nilo, è la più importante necropoli del Medio Egitto, con oltre 30 tombe di varie dimensioni, monumenti funerari di un certo interesse, scavati nella roccia durante il Medio Regno.

    Dahshur
    Situata circa 20 km a sud di Sakkara, in un tranquillo angolo di deserto, la necropoli di Dahshur, aperta al pubblico solo di recente, è un impressionante distesa di piramidi che risalgono alla IV e XII dinastia. In origine qui si trovavano 11 piramidi, ma ne sono rimaste intatte solo 4. Delle due che risalgono al Medio Regno, solo la Piramide Nera merita di essere visitata. Commissionata da Amenhemet III, costruita con mattoni di fango e rivestita di calcare, ha una forma abbastanza originale. Il calcare del rivestimento esterno venne rimosso durante le continue scorrerie, portando allo scoperto i mattoni di fango nero, da cui prende il nome, che celano un pregevole labirinto di corridoi e stanze progettati per ingannare i ladri. La Piramide Rossa, così chiamata perché rivestita di pietra calcarea rosata, è probabilmente la più antica d’Egitto; apparteneva al faraone Snefru, padre di Cheope ed è solo 10 m più bassa della grande piramide di Giza. La Piramide Romboidale, anch’essa costruita per Snefru, è l’unica piramide ad avere due ingressi ed ha una forma molto caratteristica: a circa metà della sua altezza, l’angolo di pendenza cambia; la teoria più diffusa è quella che afferma che l’architetto si sia accorto che la piramide sarebbe crollata se si fosse continuato ad innalzarla con lo stesso angolo di inclinazione.

    El Ashmunein
    Nome arabo di Hermopolis, è una località che prende il nome da Ermes, divinità che i greci associavano al dio egiziano Thot; essa ha vestigia di templi e statue che risalgono dalla XIX dinastia sino ai primi tempi del cristianesimo, con le rovine di un’agorà romana e di una basilica paleocristiana, la più grande di questo tipo esistente in Egitto.

    El Fayoum
    A circa 100 km a sud-ovest del Cairo si trova Fayoum, la più grande oasi dell’Egitto; non è una vera e propria oasi in quanto attinge dalle acque del Nilo e non da sorgenti sotterranee. Il nome Fayoum origina dalla parola “bayoum”, che significa mare, ed è dovuto al grande lago interno Karoun. Grazie al clima mite tutto l’anno l’agricoltura trova qui la sua massima espressione: cotone, pomodori, piante medicinali e frutta. Ai tempi dei faraoni era una zona dedicata alla caccia e Crocodilopolis, dedicata al culto del dio Sobek, ne era la capitale. Resti della presenza dei faraoni sono l’obelisco di granito rosso di Senuseret I, le piramidi di Senuseret II e Amenemhat III, ed i resti dell’antica città di Karanis, che ospita l’omonimo museo.

    El Minia
    Capoluogo della provincia omonima, un tempo fiorente grazie all’industria del cotone, è attualmente un centro industriale legato alla produzione di sapone, profumi ed alla lavorazione dello zucchero. Il centro città è caratterizzato da palazzi “fin de siècle”, residui del periodo coloniale che stanno però inesorabilmente andando in rovina. La città offre poche attrattive turistiche, ma è punto di partenza per la visita dei vicini siti archeologici.

    Kalabsha (Zona archeologica)
    A Kalabsha, originariamente 40 km a sud di Assuan, sorgeva il più grande e celebre santuario della Nubia, dedicato al dio locale Mandulis, identificato dagli egizi con Horus. Il vicino tempio rupestre di Beit el Wali risale al regno di Ramsete II e fu trasformato in chiesa nel VI secolo; la sua delicata decorazione è opera di due artisti diversi e nel vestibolo i rilievi hanno conservato i colori originari. Del piccolo chiosco di Kertassi, del III secolo e dedicato a Iside, una volta a 30 km a sud della diga, è rimasto poco.

    Kasr Ibrim
    In cima a un massiccio di arenaria, ora penisola ora isola, a seconda del livello delle acque del lago, sorge la cittadella di Kasr Ibrim, circa 15 km a nord di Abu Simbel. Sulla roccia centrale sorgevano le rovine di una città e di una fortezza che dominava la vallata. Costruita su fondamenta egizie, fu occupata nel Medioevo da una grande cattedrale, di cui si può ancora ammirare qualche arco romano. È l’unico edificio dell’antica Nubia situato nel posto originario.

    Maidum e Hawara
    La piramide di Maidum, situata a 32 km a nord-est di El Fayoum, è particolarmente importante in quanto la sua costruzione segna il passaggio dalle piramidi a gradoni, costituite da mastabe sovrapposte, alle piramidi propriamente dette. Iniziata sotto il faraone Huni come struttura a otto gradoni, alla salita al trono del figlio Snefru, gli stessi furono colmati con l’aggiunta di un rivestimento esterno. Molto probabilmente in fase di progettazione furono fatti degli errori e poco dopo la fine dei lavori le aggiunte crollarono, scoprendo così il nucleo originario. La piramide di Hawara, purtroppo oggi in rovina, conosciuta anche come tomba di Amenemhat III, fu costruita con mattoni di fango. Apparteneva ad un esteso complesso funerario, che si distingueva per il suo immenso tempio-labirinto con 3000 stanze.

    Tell el Amarna
    Intorno al 1349 a.C. il faraone Amenofi IV diede una svolta al paese fondando una nuova religione, la prima ad essere totalmente monoteista, con il dio Aton che rappresentava tutte le espressioni delle varie divinità. Dietro la scelta religiosa c’era una spinta politica atta ad eliminare gli enormi privilegi del clero tebano, e la decisione del faraone creò non pochi disordini. Amenofi IV cambiò il suo nome in Akhenaton, che significa “Aton è soddisfatto”, e decise di abbandonare l’allora capitale Tebe a favore di una nuova, fondata in onore del dio Aton. La nuova capitale venne eretta in poco tempo presso l’attuale pianura di Tell el Amarna, a metà strada tra Memphis e Tebe, e venne chiamata Akhetaton. Durante il regno di Akhenaton, durato circa 17 anni, l’Egitto conobbe un grande splendore culturale: nacque l’arte “amarniana”, che contrapponeva alla classica staticità delle figure egizie una nuova dinamicità ricca di immagini naturali, ben rappresentate sul pavimento del palazzo del faraone; attraverso l’arte, per la prima volta vennero rappresentate scene di vita reale, che riguardavano anche la famiglia del faraone. Alla sua morte, tutt’ora misteriosa, il suo nome venne cancellato e la sua città distrutta e vennero ristabiliti gli antichi culti. Ciò che rimane ora, oltre ai perimetri di base dei magnifici templi di pietra che adornavano l’antica capitale, è la necropoli di Tell el Amarna, che comprende due gruppi di tombe scavate nella roccia, una ad ogni estremità della città. Grazie ai dipinti trovati all’interno, è stato possibile ricostruire virtualmente la città. Da visitare le tombe di Mery Ra, Panehse, Mahu, e di Ay.

    Tuna el Gebel
    Ai margini del deserto sorge Tuna el Gebel, la necropoli di Hermopolis, un tempo confinante con Akhetaton. Il monumento più antico è una delle sei stele che delimitavano i confini tra le due località.

    Wadi El Seboua (Zona archeologica)
    Il grande complesso rupestre di Wadi el Seboua, 140 km a sud di Assuan e a soli 2 km dal sito originario, era preceduto da una lunga fila di sfingi, da cui il nome di “valle dei leoni”. Dedicato da Ramsete II ad Amon-Ra e Ra-Harakhthe, ricorda il susseguirsi delle guerre condotte dal faraone per impadronirsi della Nubia. Presenta gli elementi architettonici più completi e pregevoli ritrovati in un tempio nubiano. Accanto, il Tempio di Dakka, una volta situato 40 km più a nord e insolitamente orientato a settentrione, fu dedicato dal re etiope Ergamene nel 220 a.C. e poi da Tolomeo IV al dio Thot, l’intelligenza divina. Del Tempio di Maharrakah, d’epoca romana e incompiuto, resta solo la sala ipostila.

  • LE OASI:

    Oasi di Bahariya
    Sebbene situata nella più piccola delle depressioni, solo pochi metri sotto il livello del mare, la vicinanza dell’acqua alla superficie rende il suo terreno assai fertile. Già conosciuta dai faraoni per la qualità del suo vino, la sua notorietà si è rinnovata nel 1996, quando nei suoi dintorni è stata scoperta la famosa Valle delle Mummie che, con centinaia di tombe greco-romane, rappresenta la località con la maggior concentrazione di mummie mai rinvenute; le cinque maschere in foglia d’oro meglio conservate sono oggi visibili nel piccolo museo locale. Meritano una visita le Tombe di Amenhotep Huy (al momento chiusa), di Bannentiu e di Zed Amun ef Ankh che conservano all’interno dipinti in ottimo stato, il Tempio di Alessandro Magno, le quattro cappelle in rovina di Ain el Muftella e la zona attorno al lago, dove le dune di sabbia minacciano alcuni vecchi insediamenti.

    Oasi di Dakhla
    Caratterizzata da aree fertili coltivate circondate da montagne spoglie e dune di sabbia, è l’oasi più estesa e raccoglie ben 14 diversi insediamenti. Mentre il capoluogo Mut è moderno e di nessun interesse, nei dintorni sono presenti importanti siti archeologici. A nord: il Qasr, meritatamente famoso per la sua architettura islamica medioevale, è un labirinto di stradine dalle pareti in fango che si snodano tra passaggi coperti da soffitti in tronco di palma ed alte case con architravi delle porte in legno di acacia; le Tombe di Muzawaka con pitture mitologiche (al momento chiuse per restauri) e le rovine del tempio romano di Deir el Hagar con iscrizioni di carattere religioso. A sud: la città romano-copta di Asmant el Khorab, abitata per sette secoli ed in gran parte ancora coperta dalla sabbia, mostra i resti di tombe, chiese ed abitazioni, e le Mastabe di Balat, risalenti alla VI dinastia.

    Oasi di Farafra
    Conosciuta in epoca faraonica come la “terra delle mucche”, Farafra è l’oasi più isolata ed i suoi abitanti, di origine beduina, conservano ben radicate le antiche tradizioni. Se l’oasi in sé non ha molto da offrire, assolutamente da non perdere è il Deserto Bianco situato ad una ventina di km verso nord. Qui la natura si è divertita a giocare con i colori di una tavolozza: picchi di gesso che somigliano a piccoli iceberg; rocce rosse levigate dal vento che hanno assunto forme di grandi funghi; vallate di sabbia rosa, chiuse tra montagne grigie e dune dorate; il tutto immerso in un paesaggio surreale che ricorda la luna.

    Oasi di Kharga
    Situata all’altezza di Edfu, con i suoi 65.000 abitanti per la maggior parte provenienti dall’Alto Egitto, Kharga è l’oasi più popolata della Nuova Valle. La cittadina, capoluogo del governatorato, ospita moderni edifici, ma conserva una piacevole atmosfera ed un caratteristico souk, che si snoda tra i vicoli del vecchio quartiere, dalle case ancora in fango. Di interesse archeologico la necropoli di Bagawat, con 263 cappelle e cripte copte in mattoni di argilla, alcune delle quali conservano ancora affreschi in buono stato; il Tempio di Hibis (attualmente in ristrutturazione), una delle poche testimonianze del periodo persiano e risalente al VI secolo a.C., ben conservato con volte dipinte e bassorilievi; a Baris, 90 km a sud dell’oasi, il tempio romano di Dush, dedicato al dio Serapi ed alla dea Iside, circondato da una fortezza turca e da un’antica chiesa.

    Oasi di Siwa
    Punto di sosta delle carovane che attraversavano il deserto nell’antichità, Siwa, remota e misteriosa, è caratterizzata da un’atmosfera magica. Unica, grazie alle origini berbere dei suoi 18.000 abitanti che ancora oggi conservano antiche tradizioni ed una lingua propria, a soli 80 km dal confine libico e 18 m sotto il livello del mare, l’oasi colpisce per la bellezza della sua natura: impenetrabili palmeti interrotti da 1.000 sorgenti e da tre grandi laghi salati, regalo di una natura rigogliosa ai margini del deserto più aspro; impervi massicci che si riflettono nelle acque; infinite distese di dune di sabbia che la circondano e la proteggono. Sparpagliati tra le 300.000 palme, i resti di alcuni monumenti dichiarano una fama e una prosperità risalenti al periodo greco-romano: tra tutti Aghurmi, il Tempio di Amon, dove Alessandro Magno ebbe la conferma della propria natura divina, e la necropoli di Gebel Mowta, il ”Colle della Morte”, che conserva alcune tombe scavate nella roccia. Da non perdere la visita dell’antica fortezza di Shali, città labirinto del XIII sec. d.C. in fango impregnato di sale, situata al centro dell’oasi.

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