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DATI DEL PAESE:

Capitale: Nur-Sultan
Popolazione: 17.584.000
Superficie: 2.724.000 kmq
Confini: Russia (nord); Russia e Mar Caspio (ovest); Turkmenistan, Uzbekistan e Kyrgyzstan (sud); Cina (est).
Clima: rigidamente continentale (inverni molto freddi ed estati molto calde).
Fuso orario: rispetto all’Italia +5 ore a Nur-Sultan e Almaty e +4 ore ad Aktau, Aktobe, Atyrau e Uralsk. Tale differenza si riduce di un’ora quando in Italia è in vigore l’ora legale.
Lingue: kazako (lingua di Stato) e russo (lingua ufficiale); in crescita la conoscenza dell’inglese.
Religioni: musulmano-sunnita e cristiano-ortodossa, con una netta prevalenza della prima. Si registrano inoltre minoranze di cristiani protestanti e cattolici, nonché di fedeli aderenti ad altre confessioni. Il Kazakhstan è un Paese in gran parte laicizzato.
Moneta: tenghe’ KZT Prefisso telefonico: 007 (Kazakhstan) 7172 (Nur-Sultan) o 7272 (Almaty).
Telefonia:  la rete cellulare è regolarmente funzionante, sebbene non sia assicurata una piena copertura nelle zone distanti dalle città e maggiori vie di comunicazione.

 

 

Approfondimenti sul Paese:

  • Il clima:

    Le estati sono terribilmente calde e gli inverni molto freddi, quindi la primavera (da aprile a giugno) e l’autunno (da settembre a novembre) sono le migliori stagioni per visitare il Kazakistan.

  • Qualche cenno storico:

    I kazaki discendono da tribù nomadi turche e mongole che migrarono nella regione nel 12° sec. e diedero vita a un regno unitario tra 16° e 17° secolo. Conquistata dalla Russia nel 18° sec., la regione fu sottoposta in seguito a una politica di colonizzazione che condusse i kazaki alla ribellione, repressa nel 1847. La colonizzazione proseguì intensamente e nel 1900 in K. erano stanziati 160.000 coloni russi. Dopo la rivoluzione del 1917, il K. fece parte fino al 1925 della Repubblica sovietica del Turkestan; repubblica autonoma dal 1926, entrò a far parte dell’URSS dal 1936. Nel 1991 proclamò l’indipendenza, entrando nella Comunità degli Stati indipendenti. Come per altri Stati ex sovietici, la fine del regime comunista non portò un’effettiva democratizzazione, in quanto il potere rimase concentrato nelle mani del presidente N. Nazarbaev, eletto nel 1991. Nel 1993 fu adottata una nuova Costituzione, che introduceva un sistema politico di tipo presidenziale, e nel 1994 le prime elezioni legislative, la cui regolarità fu contestata dagli osservatori internazionali, attribuirono la maggioranza dei seggi a sostenitori del presidente. Una successiva Costituzione, promossa da Nazarbaev, rafforzò ulteriormente i suoi poteri. Negli anni seguenti proseguì il processo di privatizzazione dell’economia, ma il permanere di gravi difficoltà economiche mantenne alta la tensione sociale, mentre si registrarono forti flussi migratori, soprattutto delle minoranze etniche. Le forze di opposizione, sottoposte a pesanti intimidazioni, continuarono a ricoprire un ruolo marginale, la corruzione rimase diffusa, mentre il potere di Nazarbaev assunse caratteri sempre più autoritari e personalistici. Fu riconfermato nel 1999 e 2005, ottenendo un ulteriore ampliamento delle prerogative presidenziali. Il principale partner economico del K. è rimasto la Russia, con cui sono stati stipulati trattati di amicizia, cooperazione economica e tecnica e reciproca assistenza.

  • Le risorse:

    In termini di risorse naturali il Kazakistan è probabilmente il paese con la maggiore ricchezza pro capite al mondo. Il problema è condurre serie politiche di sviluppo e distribuire la ricchezza tra la popolazione, il che non è assolutamente facile in un paese dove la corruzione e il regionalismo sono profondamente radicati. Il paese possiede circa il 60% delle risorse minerarie dell’ex Unione Sovietica; vengono estratte grandi quantità di ferro nel bacino di Kustanaj nel nord-ovest, notevoli quantità di carbone nei dintorni di Karaganda ed Ekibastuz, e inoltre petrolio, metano e diversi metalli usati nell’elettronica, nell’ingegneria nucleare e nella missilistica. L’ENI è uno dei più importanti partner privati del Kazakistan. Le relazioni con la compagnia italiana risalgono al 1992, quando venne firmato il primo accordo di ripartizione della produzione del campo di Karachaganak, nel nord del paese, di cui dal 1997 l’Agip è operatore e da cui già estrae il petrolio con una licenza per quaranta anni.
    Il Kazakistan ospita il 20% delle terre coltivate dell’ex URSS. Gran parte del nord fu trasformato in un unico campo di frumento dal programma delle Terre Vergini negli anni cinquanta. Nonostante lo scarso successo, il Kazakistan continua a coltivare un’incredibile quantità di frumento, pari a un terzo della produzione totale dell’ex URSS. Nelle aree coltivate del sud crescono frutta, ortaggi, tabacco, riso, canapa e cotone. Le aree più asciutte vengono usate per il pascolo stagionale di pecore, mucche, cavalli e cammelli.
    Piantagioni di oppio sono presenti in diverse parti del Kazakistan. Prima che cessasse la produzione legale nel ’91, le piantagioni del Shymkent erano l’unica risorsa sovietica per la produzione di medicinali oppiacei. Cannabis e oppio crescono soprattutto nella Chu Valley, nel centrosud dello Stato (circa 138 000 ettari di papaveri da oppio). Il programma governativo del Kazakistan contro il narcotraffico è cominciato, non senza difficoltà di attuazione, nel 1993.

  • La cucina:

    La gastronomia kazaka è caratterizzata da sapori forti, verdure, legumi, yogurt, carne di montone o di cavallo e latticini. Nella parte nord del paese, la cucina kazaka riprende molto quella russa. Piatti tipici sono il qazy, salsiccia di carne di cavallo affumicata, e il pilaf dolce, preparato con uva sultanina, albicocche essiccate, mele o prugne. Altro piatto importante per la tradizione kazaka è il besbarmak, consistente in carne di cavallo bollita condita con prezzemolo e coriandolo, servito insieme all’ak-naan, un pane cotto con cipolla. Tra le bevande più diffuse troviamo il katik, latte di mucca inacidito, lo shubat, fatto con latte di cammello, e il kumis, latte di cavalla fermentato in grandi otri. In quest’ultima bevanda segnaliamo la presenza di alcool, dovuto alla radice dell’aconito.

  • Le località:

    ASTANA
    Situata nella zona settentrionale del Kazakistan, la capitale Astana è una modernissima città di oltre seicentomila abitanti nel mezzo della steppa. Fino agli anni Novanta non era altro che una tranquilla cittadina di provincia, ma in seguito alla dissoluzione dell’Unione Sovietica fu scelta, nel 1994, come futura capitale del paese, sostituendo la città di Almaty in questa funzione tre anni più tardi. Il primo insediamento nel luogo in cui oggi sorge Astana si ebbe nel 1830 ed era un forte russo chiamato Akmola; oltre un secolo più tardi fu rinominata Tselinograd (letteralmente: Città delle Terre Vergini, dal nome del piano strategico sovietico) e tale rimase fino al crollo dell’URSS. Ufficialmente la città è stata scelta come capitale grazie alla sua posizione centrale ed al fatto che si trova in una zona meno sismica rispetto ad Almaty, nonché perché meglio collegata con la Russia, ma di fatto si ritiene che sia stata semplicemente una mossa politica del presidente Nazarbaev per calmare la popolazione del nord e distoglierla dalle posizioni secessioniste che serpeggiavano tra la gente.
    La città è attraversata dal fiume Ishim, che la divide in due parti ben distinte: la zona che sorge sulla riva destra (o pravy bereg) è quella del centro storico, mentre i quartieri sulla riva sinistra (o levy bereg), più moderni, stanno riempiendosi di uffici governativi. Nel centro storico si segnalano diversi luoghi d’interesse quali il Centro Culturale del Presidente – un edificio a forma di yurta con una cupola blu che ospita anche un bel museo sulla città  – e, non lontano, il Museo d’Arte Contemporanea, che espone una favolosa mostra permanente di opere. Poco più a nord, il Museo del Presidente celebra il prestigio del Capo dello Stato all’interno dell’ex palazzo presidenziale, esponendo regali fatti al presidente da ospiti famosi ed è visitabile gratuitamente con una visita guidata obbligatoria in russo.
    Astana possiede un grande parco urbano raggiungibile tramite un ponte pedonale nel sud di Zheltoskan; qui si trova sia il Monumento alle Vittime del Regime Totalitario sia l’Atemeken, un’immensa piantina del paese con tanto di modellini degli edifici. La capitale, incredibilmente moderna – per non dire futuristica – vede di anno in anno cambiare il suo profilo grazie alle bizzarre idee degli architetti che qui sono piuttosto liberi di costruire edifici dalle forme stravaganti. Più a sud rispetto al parco, il Khan Shatyr è una struttura trasparente inaugurata nel 2010 ed alta 150 metri, costruita con materiali innovativi in grado di assorbire il calore e trasferirlo all’interno dell’edificio anche quando la temperatura esterna è ampiamente sottozero.
    Non lontano da qui, rimanendo sempre nella zona nuova della città, lungo il viale chiamato Nurzhol Bulvar e nelle sue immediate vicinanze sorgono numerosi edifici moderni e fantasiosi; tra gli altri, si segnala il Ministero dei Trasporti e delle Comunicazioni, conosciuto anche come l’accendino per via del suo aspetto ed il Centro Islamico, una grande struttura con quattro minareti di recente costruzione. Sempre sul viale, i tre grattacieli verdi con pareti ondulate sono chiamati Luci del Nord, mentre oltre all’Archivio di Stato con la sua famosa cupola ad uovo si erige l’altissima a torre bianca del Monumento Bayterek, sulla cui cima sorge una cupola di vetro, raggiungibile con un ascensore all’interno della struttura. Ancora su Nurzhol Bulvar, in direzione est, il ploshchas Poyushchykh Fontanov, è la piazza delle Fontane che Cantano, dove nelle sere d’estate inizia puntualmente alle 21 uno spettacolo di acqua e musica.
    Chi non ne avesse ancora abbastanza di tanta stravaganza, può ammirare gli edifici conici di colore verde dorato del Samruk-Kazyna, e non lontano il palazzo presidenziale Ak Orda con la sua inconfondibile cupola blu. Sul lato sud dell’area del palazzo presidenziale, lo spettacolare Auditorium di Stato, progettato da due architetti italiani, ricorda nella forma i petali di un fiore.
    Passando oltre al fiume, sempre in direzione est, la piramide in vetro ed acciaio simbolo della città non è altro che il Palazzo della Pace e dell’Armonia, inaugurato nel 2006 ed opera dell’architetto Norman Foster. Proprio di fronte a questo simbolo della città, il Kazak Yeli è un monumento in onore alla nazione kazaka alto 91 metri sulla cui estremità domina un’aquila dorata e alle cui spalle si nota lo Shabyt, edificio blu a forma di anello; tutte queste strutture non sono altro che una piccola parte di tutto ciò che sarà ulteriormente costruito nei prossimi anni. Per una panoramica completa di come si svilupperà la città, si può visitare il grande modello in scala ospitato all’interno del Palazzo dell’indipendenza, proprio a fianco dello Shabyt.

    ALMATY
    Almaty, già Alma-Ata e in precedenza Vernyj, è la città più popolosa del Kazakistan, con 1.552.349 abitanti. Situata sulle pendici dei monti Trans-Ili Alatau, presso la frontiera con il Kirghizistan, fu la capitale dello Stato fino al 1997. Importante nodo ferroviario, presenta un tessuto economico sviluppato (industrie agricole, alimentari, meccaniche). È sede di un’università e di un’Accademia delle scienze.
    Il nome “Almaty” significa “il posto con le mele” in kazako, la versione più formale del nome, Alma-Ata, significa “il padre della mela”. Infatti nella regione circostante la città la grande diversità genetica tra le mele selvatiche (alma) suggerisce che la mela “domestica” sia originaria del Kazakistan sud-orientale.
    La città venne fondata ai piedi delle montagne del Tien Shan con il nome di Forte Zailiysky da un gruppo di cosacchi proveniente da Omsk nel 1854. Un anno dopo la città venne ribattezzata Vernyj e mantenne questo nome fino al 1921. A causa di un devastante terremoto nel 1887 la città venne quasi completamente rasa al suolo: solo la cattedrale russo-ortodossa rimase in piedi. Negli anni venti, dopo il completamento della ferrovia tra la Siberia e il Turkestan, Alma-Ata, il nome con cui era conosciuta Almaty all’epoca, conobbe un certo benessere economico in quanto stazione importante della tratta sopracitata.  Nel 1929 Almaty divenne la capitale della Repubblica Socialista Sovietica Kazaka. Nel 1991 il trattato che pose fine all’Unione Sovietica e istituì la Comunità degli Stati Indipendenti venne firmato ad Almaty. Alla fine del 1991 Almaty divenne capitale della Repubblica del Kazakistan e rimase tale fino al 1997 quando la capitale venne spostata ad Astana. Almaty, comunque, rimane la più grande città kazaka e il più grande centro commerciale della nazione. Dal 1945 vi è sepolto il poeta nazionale kazako Jambyl Jabayev.
    Nel 2005 la città si è candidata per ospitare la XXII edizione dei Giochi olimpici invernali nel 2014 che – nella votazione tenutasi in Guatemala il 4 luglio 2007 – sono stati invece aggiudicati alla città russa di Soči. Nell’occasione sono stati realizzati vari impianti sportivi rendendo Almaty una stazione sciistica specializzata nello sci nordico, tra i quali il trampolino Gorney Gigant; in seguito la città ha ospitato, assieme ad Astana, i VII Giochi asiatici invernali nel 2011. La città si è comunque ricandidata per ospitare le Olimpiadi invernali del 2022.

    BAJKONUR
    Bayqoñır, fino al 1995 chiamata Leninsk, è una città del Kazakistan amministrata dalla Russia fino al 2050. Il sindaco della città è designato con accordo tra il presidente russo e quello kazako. La città è sotto giurisdizione russa, comprese quelle in maniera fiscale, a cui sono aggiunte le leggi kazake. Le dogane (che gestiscono l’aeroporto) e le forze dell’ordine sono kazake.
    La città fu costruita per servire il cosmodromo,  anche chiamato Tjuratam, che è la più vecchia e utilizzata base di lancio del mondo, costruita dall’Unione Sovietica e sotto l’amministrazione russa, nonostante geograficamente si trovi in Kazakistan; fu ufficialmente rinominato in Cosmodromo di Bajkonur dal presidente kazako il 20 dicembre 1995. In origine Bayqoñır era una cittadina mineraria a qualche centinaia di chilometri a nordest. Il luogo dei lanci è stato chiamato così per tenere segreta la vera ubicazione del luogo. La fortuna del luogo varia a seconda del programma spaziale russo. Dal cosmodromo di Bayqoñır vennero lanciati le Sojuz e gli Sputnik, tra cui il primo satellite della storia: lo Sputnik 1.

  • Il Kazakistan in libreria e sul grande schermo:

    “Non esiste esperienza di lettura migliore dell’andare nei luoghi in cui un libro è stato scritto.”
    (Kenzaburō Ōe)

    L’inguaribile tristezza del saggio. Una ricerca sulla cultura kazaka di E. Canetta e R. Seisenbaev
    Popoli della yurta. Il Kazakhstan tra le origini e la modernità di F. Facchini

     ***

    “Il cinema è bello se riesce a leggere la realtà”
    (Ettore Scola)

    Ulzhan (2007)
    Little brother (2013)