Viaggi e turismo

SUDAFRICA:

DATI DEL PAESE:

CAPITALE: PRETORIA
POPOLAZIONE: 55.653.654 (dati 2016)
SUPERFICIE: 1.219.090 Km2
FUSO ORARIO: +1h rispetto all’Italia; stesso orario quando in Italia vige l’ora legale.
LINGUE: esistono 11 lingue ufficiali. Le più diffuse sono inglese (lingua veicolare, diffusissima in tutte le principali località ad eccezione delle aree rurali più remote), afrikaans, zulu e xhosa.
RELIGIONI: in maggioranza cristiana, con prevalenza di protestanti e una minoranza di cattolici. Poco meno di un terzo della popolazione segue riti tradizionali ed animisti. Sono inoltre presenti anche ampie comunità indù ed islamiche.
MONETA: Rand sudafricano (ZAR).
TELEFONIA: la telefonia mobile è attiva in tutto il Paese. L’importazione di telefoni fissi o portatili è vietata.
CORRENTE ELETTRICA: La corrente elettrica è di 220-250 Volt a 50 cicli al secondo. Le prese hanno tre grossi spinotti rotongen di, sono facilmente reperibili gli adattatori nei negozi locali.

Approfondimenti sul Paese:

Una terra sorprendente, sconfinata, ricca di attrazioni culturali e naturalistiche: il Sudafrica – mosaico di tradizioni e culture – offre continue sorprese ai propri visitatori. Dall’eleganza di Pretoria alla vivacità di Cape Town, passando per  il deserto del Kalahari, alle gole dello Swaziland, o la savana dominata da centinaia di animali selvatici… Il Paese sa accontentare proprio i gusti di tutti. Chi ama immergersi nella vita cittadina, chi preferisce gli sport avventurosi, chi è in cerca di un viaggio a contatto diretto con la natura più selvaggia o chi, semplicemente, vuole rilassarsi sulle straordinarie coste soleggiate: ognuno troverà qui il proprio angolo di paradiso. Dopo un passato difficile, con la fine dell’apartheid, il Paese ha infatti ripreso a respirare a pieni polmoni: ne è la prova la cordialità dei suoi abitanti che non mancheranno mai di regalarvi un sorriso e parole cordiali.

  • CLIMA:

    Le stagioni in Sudafrica, trovandoci nell’emisfero australe, sono invertite rispetto all’Italia. Nonostante i considerevoli cambiamenti climatici degli ultimi anni, possiamo dire che il periodo invernale va da giugno a settembre, il periodo estivo da ottobre a maggio. Trattandosi di una regione molto vasta (quasi 4 volte l’Italia) esistono delle differenze all’interno dello stesso Paese. Indicativamente possiamo riassumere quanto segue: – L’altopiano orientale, compresa Johannesburg e la zona dello Mpumalanga, ha inverni secchi e soleggiati con temperature tra i 20°C diurni e i 5°C notturni, con estati più calde, ma tra ottobre ed aprile frequenti sono i rovesci a carattere temporalesco soprattutto nel tardo pomeriggio. – Nella regione del Capo l’inverno è freddo con temperature che oscillano tra i 17 e i 4°C. Le piogge vanno da giugno a settembre. I mesi estivi sono invece secchi e soleggiati con massime intorno ai 30°C.
    – La zona orientale del Kwa-Zulu Natal è molto calda e umida d’estate, ma nelle calde acque della costa orientale si può nuotare tutto l’anno.
    – La costa occidentale diventa progressivamente più secca e calda man mano che si sale verso nord.

  • LOCALITA':

    Città del Capo
    Tra Passato coloniale e modernità
    Incastonata in uno scenario unico al mondo tra la Table Mountain e la splendida baia, Cape Town è una città vitale e moderna che gode di un clima invidiabile ed offre una combinazione di bellezze paesaggistiche e naturali, vita all’aria aperta ed esperienze culturali. Fondata dagli olandesi nel 1652, Cape Town fu il primo insediamento europeo in Africa e divenne nel corso della storia un vero e proprio mito. La “Taverna dei Mari”, così era definita per il gran numero di navi che attirava da tutta Europa, divenne crocevia di mercanti e coloni che qui si rifugiavano dopo aver affrontato mesi di navigazione, trovando splendidi paesaggi e fertili terre da coltivare. A testimonianza delle diverse eredità coloniali, Cape Town è oggi uno splendido mosaico di culture e architetture: accanto ai moderni grattacieli e ai giardini botanici sopravvivono infatti tracce della dominazione boera e inglese. Palazzi neoclassici e vittoriani si alternano così a costruzioni in “cape dutch style”, lo stile coloniale olandese del Capo, caratterizzato da edifici in cui si mescolano elementi architettonici e decorativi olandesi, francesi e indonesiani. Ma Cape Town è anche la più frizzante e creativa città del Sudafrica: qui si trovano infatti le boutique più trendy del Sudafrica e i migliori negozi di antiquariato per gli appassionati di oggetti di epoca coloniale. Il fascino e la bellezza scenografica di questa città, in passato considerata un “provinciale villaggio di pescatori”, oggi attirano le grandi firme della moda internazionale e l’industria cinematografica, che ne ha fatto il set per film e spot commerciali. Città del Capo è inoltre considerata la capitale sudafricana della buona cucina: notevoli i tradizionali ristoranti delle tenute vinicole dell’interno, ma anche i nuovi locali di tendenza del centro della metropoli e i ristoranti panoramici dai quali si abbraccia con lo sguardo tutta la città dall’alto e la baia. Non serve salire sulla Montagna della Tavola, a Città del Capo in qualunque punto vi troviate sarete sempre davanti a panorami mozzafiato.
    Circondata da spiagge incontaminate e montagne maestose, Città del Capo è una città cosmopolita, vivace e affascinante, con un ricco patrimonio culturale e storico e un’offerta sorprendente di locali notturni, bar, ristoranti e negozi. Una delle cose da vedere assolutamente quando si visita Cape Town è Table Mountain, votata come una delle sette meraviglie naturali del mondo: salire in cima alla montagna, nelle giornate nitide, significa assistere a uno spettacolo eccezionale. Il panorama sotto ai propri occhi, infatti, lascerà tutti senza fiato: si vede tutta la città ai propri piedi, fino all’isola di Robben Island incastonata nella baia, Camps Bay e False Bay. Ma anche e la giornata è foschiosa, Table Mountain non smette di regalare emozioni, avvolta dalla nebbiolina regala un’atmosfera onirica difficile da dimenticare. Sulle sue pendici meridionali, sorge una delle aree più esclusive della città, Constantia, residenza di scrittori (vive qui Wilbur Smith), attori e personaggi famosi. Da non perdere poi la Strada del vino, fondata nel 1679, lungo la quale sorgono le più importanti tenute vinicole della zona, come Klein Constantia, Buitenverwachting e Groot Constantia: il luogo perfetto per un’ottima degustazione di vini locali.

    Hermanus
    piccola località balneare nata come villaggio di pescatori ed ora nota come “sede” del passaggio delle balene durante il loro viaggio migratorio (da giugno ad ottobre). Spesso si spingono fino a poche decine di metri dalla riva e lungo i sentieri della scogliera, che corrono da un’estremità all’altra di Hermanus, dove ci sono alcuni punti di osservazione molto belli.

    Knysna
    Sviluppatasi come porto per il legno e come cantiere navale, grazie alla grande laguna protetta, Knysna è una località immersa in un’atmosfera vacanziera. La Knysna National Lake Area è formata da una serie di lagune nei pressi della bella cittadina di Knysna. L’area è circondata da foreste, laghi e spiagge che la rendono particolarmente attraente. La città di Knysna offre numerose possibilità di visitare le botteghe artigiane sviluppatesi grazie ai commerci che fiorirono nei secoli scorsi.

     

    Soweto
    La maggior parte degli abitanti di Johannesburg vive nelle township nere che circondano la città. La prima impressione che si ricava approssimandosi a una township è quella di un enorme e tetro sobborgo cresciuto in modo disordinato. Soweto, il cui nome è la sintesi di South West Township, è uno dei simboli della tragedia dell’apartheid e negli anni settanta divenne il centro della lunga lotta che ha portato il Sudafrica alla democrazia. E’ un mix di degrado e ricchezza: le bidonville più fatiscenti sono in terra battuta, ma la upper class esiste anche qui. A Soweto, considerata la township più metropolitana del paese, vivono ben 7 milionari, tra cui Wandie Ndala, proprietario del ristorante Wendie’s Place, locale che durante l’apartheid era uno dei tanti shabeen di Soweto, mentre ora è un locale molto alla moda frequentato sia da neri, bianchi e anche dai turisti. Qui risiedevano due ex premi Nobel, l’Hector Peterson Memorial, la chiesa Regina Mundi, Piazza della Libertà e il Chris Hani Baragwanath Hospital, il più grande ospedale del mondo.

    Orlando
    si può ormai considerare parte integrante di Soweto, anche se mantiene una propria denominazione. Qui sorgono le ville di Winnie Mandela e sempre qui cè la storica Wilakazi Street: al numero 8115 si trova la Nelson Mandela House, la casa dove Nelson Mandela visse fino al suo arresto nel 1956. Divenuta museo, è meta di un affettuoso e commosso pellegrinaggio, e nelle minuscole stanze tutto è conservato come allora. Nella stessa strada si trova anche l’abitazione di Desmond Tutu, vescovo coraggioso, anche lui insignito del premio Nobel per la Pace. Grandissimi murales ricordano i drammatici episodi verificatisi qui durante l’apartheid, anni durante i quali morirono migliaia di persone e nessuno è ancora oggi in grado di stabilirne esattamente il numero. Considerata la storia recente, risulta quasi sconcertante la gentilezza e la cordialità con cui vengono accolti i visitatori bianchi. L’esperienza è sicuramente indimenticabile, se non altro per riuscire a comprendere appieno la realtà del Sudafrica.

    Pretoria: Conosciuta come la città delle Jacarande – alberi che presentano bellissimi fiori a grappolo di colore violaceo – Pretoria è una città tranquilla ed elegante, testimone di un passato importante che chi visita il Sud Africa non può ignorare: fu infatti Capitale dell’Indipendente Repubblica Boera del Transvaal e una delle tre Capitali del moderno Sudafrica. Assolutamente da vedere, partendo da Church Square, gli esterni degli Union Buildings, sede del Governo e della Presidenza della Repubblica: il 10 maggio del 1994, fu proprio qui che Nelson Mandela tenne il proprio discorso al come primo Presidente di colore democraticamente eletto, ponendo di fatto fine alla triste era dell’’apartheid.

  • PARCHI E AREE:

    Il Regno dei diamanti:
    “Nel corso della storia, gli uomini sono sempre stati affascinati dalla bellezza e dal mistero che circondano queste preziose pietre”
    Gli antichi Greci credevano che i diamanti fossero frammenti di stelle caduti sulla terra, alcuni di loro dicevano invece che erano le lacrime degli Dei. In ogni epoca il diamante ha rappresentato il simbolo della perfezione, l’emblema delle virtù e dell’amore. I Romani ne apprezzavano la durezza, i Greci la resistenza al fuoco, mentre per i Cinesi era fondamentale il suo colore per identificare la casta di chi lo possedeva. Storicamente simbolo del romanticismo e dell’amore, il diamante è per definizione “La Gemma tra le gemme”. L’unico bacino diamantifero della terra era la regione indiana, fino a quando, nella seconda metà del XIX secolo, furono scoperti i primi diamanti in Africa e iniziò la “corsa ai diamanti”. Città storica del Sudafrica per le sue miniere è Kimberly. Questa sconosciuta città divenne famosa alla fine del secolo scorso, dopo che, nei pressi di una fattoria, un ragazzino trovò una di queste pietre scintillanti e preziose. Nel giro di pochi giorni la notizia si diffuse in Europa e, soprattutto dall’Inghilterra, vi fu una vera corsa al diamante, nel senso letterale del termine: le gemme allora erano infatti così vicine alla superficie che bastava avere buone braccia e una vanga per diventare ricchi. La collina su cui si trovava la fattoria venne presa d’assalto e in poco tempo divenne una voragine in cui scavavano oltre 30.000 persone. Di quella collina oggi rimane il “Big Hole”, un cratere di 4,5 km di circonferenza e 1.000 metri di profondità, che rappresenta il simbolo di quell’avventura e l’opera più grande mai realizzata con il solo lavoro manuale dell’uomo: si dice addirittura che l’enorme cavità sia visibile anche dalla luna. Le miniere di Kimberly sono oggi un museo a cielo aperto in cui scoprire, non solo la storia e le tecniche dell’estrazione dei diamanti, ma anche i sogni di ricchezza, le miserie e fortune di avventurieri qui richiamati da ogni parte del mondo dallo scintillio prezioso di queste gemme uniche al mondo. Il paese dei diamanti è quindi, per tradizione, il Sudafrica. Lo stato ha infatti una produzione colossale: 8,7 milioni di carati; tale attività fa capo alla compagnia De Beers, che controlla gran parte del commercio mondiale delle pietre. Vanno inoltre ricordate, oltre le miniere di Kimberley, Premier (Transvaal), Jagersfontein e Koffiefontein. Diamanti alluvionali si estraggono inoltre dal letto del Vaal e presso Port Nolloth alla foce dell’Orange e anche, con imbarcazioni appositamente attrezzate, dal fondo del mare.

    I Deserti del Sudafrica:
    “Un paradiso incontaminato per chi ama il deserto, con la sua vita difficile, i suoi colori e i panorami mozzafiato”
    Nato nel marzo del 2000 dall’unione del South African Kalahari Gemsbok Park e del Botswana’s Gemsbok Park, il Kgalagadi Transfrontier Park è il primo parco transfrontaliero del Sudafrica. Questo parco, che si estende su una superficie di 3,6 milioni di ettari, è il primo esempio pratico di un progetto noto con il nome di “Peace Park” il cui scopo è la creazione di aree di conservazione e di protezione della natura che oltrepassi le frontiere dei diversi stati del continente Africano. Dal punto di vista scenografico offre uno spettacolo incredibile creato dalle sue dune rosse di deserto che si stemperano nel bush arido, ma pieno di vita. Qui, dove la natura prende il sopravvento, vivono 250 leoni del Kalahari, la cui criniera scura è diventata simbolo stesso di questo meraviglioso parco. Le condizioni climatiche difficili che caratterizzano questa vasta zona prevalentemente desertica costituiscono l’habitat naturale dei grandi predatori quali le iene, gli sciacalli, i leoni, i ghepardi, i leopardi e molte specie di uccelli, soprattutto rapaci e struzzi. Ma come dice il nome “gemsbok” questo è il regno delle antilopi: grandi branchi di antilopi camoscio, di antilopi saltante (springbok), e di antilopi alcina corrono tra le dune accanto agli gnu blu, ai suricate e alle zebre di Burchell. La visita al Kalahari non può essere completa senza visitare la riserva naturale di Witsand, anche conosciuta come “sabbie ruggenti”: 2.500 ettari di abbagliante sabbia bianca circondata dal mare di sabbia rossa del Kalahari. In questo magico angolo di deserto le sabbie emettono infatti un bizzarro rumore simile al suono profondo del ruggito del leone ogni volta che vengono “disturbate” dal passaggio dell’uomo o dal vento. Secondo una tradizione locale, le dune ruggiscono soltanto nei mesi scritti con una “R” nel nome e quindi da settembre ad aprile, ma più ragionevolmente la causa è nel clima di quel periodo dell’anno. Per emettere il loro caratteristico suono la sabbia deve essere calda e asciutta, il suono è infatti il risultato dell’intensa frizione creata dall’attrito dei piccolissimi granelli che raschiando tra loro espellono l’aria bloccata.

    Western Cape:
    “Accarezzata da due Oceani, quello Indiano e quello Atlantico, la provincia del Western Cape comprende circa 1.000 chilometri di spiagge incontaminate e panorami mozzafiato all’interno”
    Una tappa fondamentale è la divertente e bellissima città di Cape Town. Mito e meta dei grandi navigatori, la caleidoscopica e multietnica Cape Town, nella penisola Sudafricana del Capo di Buona Speranza, rivela molteplici sfaccettature: l’aspetto coloniale degli edifici e dei giardini vittoriani si contrappone al lato frenetico e mondano della zona portuale mentre i vecchi “docks” inglesi si trasformano in un’area animata di locali e negozi. Nei tempi passati, i marinai di tutto il mondo la chiamavano “la taverna dei mari”, il luogo che a differenza del solitario Capo Horn aveva da offrire tutto ciò che un marinaio sogna dopo mesi di navigazione. E ancora oggi è con questo spirito gioviale, allegro e “liberal” che la città accoglie chi viene a cercare la sua grande ospitalità e ammirarne la sua bellezza sofisticata. Più europea che africana, Cape Town stupisce con uno spirito british che si ritrova nel traffico ordinato, nella guida a sinistra, nelle strade del centro, nell’atmosfera coloniale dei negozi d’antiquariato. La zona più vivace della città è il Victoria & Alfred Waterfront, l’area più antica del porto che risale al 1860, oggi trasformata, con uno straordinario restauro, nella mecca dello shopping e della vita notturna. Poco distante da Cape Town si estende, rigogliosa, la Wineland: una visita a questa valle è quasi d’obbligo per assaggiare alcuni dei meravigliosi vini sudafricani che stanno conquistando gli etnologi di tutto il mondo! Qui le grandi case coloniali sono costruite in stile Cape Dutch (la tipica architettura olandese con il tetto in paglia) ed è qui che sorgono le pittoresche città di Stellenbosch e Paarl. Lasciando la città, i due lati della penisola del Capo regalano un affascinante susseguirsi di costa selvaggia e vivaci villaggi di pescatori ideali per un aperitivo sull’oceano o per un pranzo a base di pesce appena pescato. Qualche miglio più a sud i cartelli nelle due lingue ufficiali, inglese e afrikaans, avvisano che si sta entrando nella Riserva Naturale del Capo. Un sentiero battuto dal vento conduce fino al grande faro dove si infrangono le onde dell’Oceano Indiano. Lasciandosi alle spalle la sensazione di essere alla fine del mondo, si risale verso le cittadine “english-style” di Muizemberg e Kalk Bay e in direzione di Simon’s Town, sulle cui spiagge abita un’importante colonia di pinguini africani. Lungo la costa i piccoli villaggi di pescatori proiettano i visitatori in un mondo paradisiaco dove il tempo sembra essersi fermato, mentre percorrendo la Garden Route, fino ad arrivare a Cape Agulhas, la punta estrema dell’Africa, i turisti incontreranno spiagge inviolate che si alternano a strutture in grado di offrire tutti i confort possibili e immaginabili.

    Il Regno del Safari:
    “I colori intensi dei tramonti nel bush, le nuvole di polvere alzate dalle mandrie in movimento e il ruggito dei leoni che sanciscono il loro potere su questa terra, sconfinata e mutevole”
    Paradiso senza tempo e senza età che ispira rispetto, il Sudafrica è l’immagine stessa dell’esplosione del miracolo della natura con le sue mille sfaccettature. Esperienza unica e indimenticabile è la visita ai parchi nazionali e alle riserve private: gli animali vivono protetti nel loro habitat naturale e la loro vita è regolata dai ritmi millenari del giorno e della notte, della caccia e del gioco. Inaugurato ufficialmente nel 1926 il Parco Kruger, oggi ritenuto uno dei più importanti “santuari” naturalistici di tutto il pianeta, è costituito da una boscaglia di cespugli bassi e fitti, interrotta da piante di acacia e ficus, il “bush”. La voglia di safari e birdwatching, in questo paradiso naturale può essere soddisfatta come in nessun’altra parte del mondo: safari mattutini con partenza all’alba, ma anche uscite nel pomeriggio con possibilità di ammirare il tramonto e proseguire con un fotosafari notturno. Nel Parco Kruger è possibile effettuare i safari con qualsiasi veicolo, incluse auto a noleggio, minibus o pullman, sia autonomamente che sotto la guida dei ranger del parco; non è permesso uscire dalle strade e piste tracciate, ma la cosa non presenta particolari problemi in quanto l’abbondanza della fauna fa sì che gli avvistamenti di animali risultano comunque frequenti. Nelle riserve private invece i safari si svolgono unicamente in veicolo fuoristrada, sotto la guida di ranger e tracker (tracciatori); quando vengono avvistate orme di uno dei “Big Five”, il ranger può decidere di seguirle anche fuori pista, avvicinandosi all’animale alla distanza di sicurezza minima. Per chi desidera evitare la profilassi antimalarica, è possibile scegliere alcune riserve a nord di Johannesburg e sulla Garden Route che si trovano in zone non a rischio di malaria. L’esperienza del safari in queste riserve ha tutte le carte in regola per costituire una valida alternativa ai parchi sudafricani più conosciuti. Tra queste ricordiamo la Madikwe Game Riserve, nel nord del Paese, che ospita la seconda popolazione di elefanti del Paese; la Welgevonden Game Riserve, situata a 1.500 metri d’altitudine che garantisce un clima piacevole anche durante la stagione più calda; il Kgalagadi Transfrontier nel deserto del Kalahari, un’immensa distesa di dune dal color rosso ocra e l’Addo National Park, a nord di Port Elizabeth nella Garden Route, nato nel 1931 per proteggere gli ultimi esemplari dell’elefante del Capo (oggi ce ne sono circa 200).

    Il Paradiso degli animali:
    “Paradiso senza tempo e senza età, il Sudafrica è l’immagine stessa dell’esplosione del miracolo della natura”
    Il Sudafrica ospita una varietà di fauna che non ha eguali al mondo: i numeri, del resto, sono impressionanti. Qui vivono 290 specie di mammiferi fra i più spettacolari del pianeta; 800 varietà di uccelli; 24.000 specie floreali catalogate in tutto il paese; vi sono 580 parchi e riserve faunistiche di cui 17 parchi nazionali terrestri e uno marino. In questo Paese vivono l’elefante africano, il più grande mammifero terrestre del mondo, così come il secondo ed il terzo mammifero in ordine di grandezza: il rinoceronte bianco e l’ippopotamo. Vi si trovano inoltre i mammiferi più alti (le giraffe), i più veloci (i ghepardi) ed uno dei più piccoli mammiferi viventi, il toporagno pigmeo. Le possibilità di avvistare i “Big Five” (rinoceronte nero, bufalo, elefante, leopardo e leone) durante un safari fotografico sono eccellenti. I meno conosciuti, ma non per questo meno importanti “Little five”, sono ugualmente visibili: si tratta dello scarabeo- rinoceronte, del tessitore dei bufali, del toporagno elefante, della testuggine leopardina e del formicaleone. Il periodo migliore per avvistare gli animali è l’inverno, periodo fresco e secco (da giugno a settembre) durante il quale il fogliame è meno fitto e gli animali si riuniscono sui bordi dei piccoli stagni.

    I parchi del Kwa Zulu Natal:
    Le meraviglie della terra degli Zulu
    La prima riserva faunistica del Sudafrica, istituita nello Zululand nel 1895 allo scopo di proteggere il rinoceronte dal rischio di estinzione, è cresciuta negli anni fino a diventare l’attuale area protetta dell’Hluhluwe Umfolozi Park. Al tempo della loro istituzione Hluhluwe ed Umfolozi erano due riserve distinte, e solo nel 1992 vennero unificate costituendo un parco che si estende per 96 mila ettari. La parte Hluhluwe è divenuta famosa nel mondo durante l’“Operazione Rinoceronte” quando molti rinoceronti bianchi vennero trasferiti in quest’area per essere salvati dall’estinzione. La parte Umfolozi, il primo parco in Sudafrica a offrire sentieri per escursioni a piedi, presenta un territorio prevalentemente collinare con praterie, scenari suggestivi e un’abbondante popolazione di uccelli. Greater St. Lucia Wetland Park, inserito dall’UNESCO nel 1999 tra i Patrimoni Mondiali dell’Umanità, è la terza più grande area protetta del Sudafrica e si estende su 280 Km di costa tra riserve marine e parchi nazionali. Il St. Lucia ospita più specie e, per alcune di queste, l’habitat presente è l’ideale: pellicani, fenicotteri, aquile pescatrici del Madagascar e altre 530 tipi di uccelli; due specie di tartarughe marine utilizzano la spiaggia come deposito per le uova ed è presente anche la più grande colonia di ippopotami dei parchi sudafricani. La costa del Kwa Zulu Natal è una delle aree meno esplorate del continente sudafricano ed offre splendidi paesaggi con distese di sabbia ancora incontaminate, fiumi e laghi e la possibilità di praticare attività all’aria aperta grazie al clima temperato. La riserva costiera non include però solo le spiagge: al largo si trova una fantastica barriera corallina e la migrazione delle megattere passa davanti a queste coste; questa area protetta è assolutamente l’unica in cui è possibile vedere insieme elefanti, coccodrilli e squali.

    Il Capo e la Whale Coast:
    Paesaggi mozzafiato lungo la strada delle balene
    Nelle acque che circondano Città del Capo vive una grande varietà di fauna marina: da Hout Bay si effettua una piccola crociera nella baia fino all’isola di Duiker per vedere la colonia di otarie orsine del Capo, mentre da Città del Capo si arriva in traghetto a Robben Island dove si possono osservare diverse specie di delfini, tra cui il Dusky, che si distingue per una pinna dorsale in due tonalità. A Boulders Beach è invece possibile ammirare una nutrita colonia di pinguini, tremila esemplari che qui nidificano, ormai abituati a convivere con i surfisti che affollano la spiaggia. A circa 100 km da Città del Capo si estende la Whale Coast, uno dei luoghi migliori al mondo per osservare il passaggio delle balene direttamente da terra, lungo una delle più spettacolari strade costiere del Sud Africa, la cosiddetta Whale Route (strada delle balene). La strada percorre tutta la parte orientale della False Bay, così chiamata per le insidiose correnti che la caratterizzano, fino alla Walker Bay, dove distese di sabbia bianca sono incastonate tra montagne e scogliere a picco sull’oceano Atlantico e dove è possibile vedere, nelle giornate più limpide, l’intera penisola del Capo di Buona Speranza. Le acque calde della baia sono l’habitat ideale per balene australi, megattere e balenottere di Bryde. Spesso questi cetacei, che si rifugiano negli anfratti formati dalle rocce per dare alla luce i propri piccoli, nuotano talmente vicino alla riva da poter essere visibili da terra, come avviene nei pressi del vecchio borgo di pescatori di Hermanus, considerata la capitale del “whale watching”, incastonata tra i monti coperti di fynbos e le spiagge che si alternano alle scogliere. L’osservazione delle balene è ancor più efficace se si prosegue verso sud, nella vicina cittadina di De Kelders. Nella baia si trova anche una piccola isola di granito chiamata Seal Island in cui le foche vengono a riprodursi, attirando colonie di squali bianchi che tra aprile e giugno si possono incontrare nella località di Gansbaai, piccola città sul mare che ha ospitato la “White Shark Scentific Expedition 2003”.

    Parco nazionale Kruger:
    Con i suoi 20.000 kmq, il parco nazionale Kruger (il cui nome in afrikaans è Nasionale Krugerwildtuin) è la riserva naturale più grande del mondo; il parco si estende a ridosso del Mozambico ed è formato da colline incise da fiumi che disegnano valli ricoperte da 336 specie di alberi, fra cui acacie, mopani e baobab. Costituisce la più importante riserva faunistica sudafricana, dove vivono 137 specie di mammiferi, 507 di uccelli, 112 di rettili, 34 di anfibi e 49 di pesci. Gli animali sono quindi numerosissimi e sono avvistabili anche i “Big Five” e i grandi predatori.
    Questo famosissimo parco porta il nome di Paul Kruger, fondatore della nazione boera e presidente della repubblica del Sudafrica: questi nel 1898 creò la Sabi Game Reserve, che nel corso degli anni è stata ampliata fino ad assumere le attuali dimensioni. Si può accedere al parco attraverso otto ingressi, chiamati “gate” in inglese. All’interno del parco esistono 2000 km di strade, di cui 700 sono asfaltati, la velocità che si può raggiungere sui percorsi interni al parco è di 50 km/h sulle piste asfaltate. L’area alla zona chiamata Kruger to Canyons Biosphere e designata Riserva internazionale dell’uomo e della biosfera dall’UNESCO. Di recente, l’area è stata inserita nel parco transfrontaliero del Grande Limpopo (che lo unisce al parco nazionale del Limpopo del Mozambico e al parco nazionale di Gonarezhou dello Zimbabwe). In questo luogo selvaggio e suggestivo è possibile incontrare i mitici Big Five – elefante, leopardo, bufalo, leone e rinoceronte – oltre a una grande varietà di altri animali selvaggi (sia acquatici che terrestri).  Non solo: grazie alla presenza di ben 500 specie di volatili, il parco è il luogo ideale per tutti gli amanti del birdwatching.

    Mjejane Game Reserve:
    è incorporata nel Kruger National Park. Per la sua posizione strategica, l’esperienza dei game drives è mozzafiato. Tutte le forme di fauna selvatica sono attratte dall’habitat fluviale per alimentare e per soddisfare la loro sete, percorsi di predatori e prede, qui la vita e la morte sono stretti compagni. La riserva di 4.000 ettari confina con la zona meridionale del Parco Kruger. Con oltre 10 km di fiume questa Riserva è rinomata per la sua superba ricchezza di animali.

    Mpumalanga:
    Mpumalanga significa “il luogo dove sorge il sole”, e nonostante sia una delle più piccole tra le province del Sudafrica, ciò che manca in termini di dimensioni viene compensato con la spettacolare varietà naturale.
    Il Mpumalanga ospita il parco nazionale più famoso del mondo, il terzo canyon più profondo al mondo, e il sistema di caverne più antiche del mondo, la provincia è anche costellata da numerose riserve ricche di flora e fauna.
    Quattro miliardi di anni fa l’Antartide e il Madagascar si sono separati dal Blyde River Canyon del Mpumalanga, lasciando dietro di sé un paesaggio spettacolare che sale verso le montagne del nord-est, che termina in una enorme scarpata che scende a picco verso la pianura sottostante. L’ influenza storica è lampante in Mpumalanga, dal leggendario Re Salomone e la regina di Saba agli antichi borghi galleggianti di Chrissiesmeer. L’arte rupestre di popoli primitivi in Africa, il San e Khoisan,abbondano mentre le prove della corsa all’oro del 1870, catturato per i posteri nel centro storico di Pilgrim’s Rest, si possono trovare ovunque.I tortuosi passi di montagna della regione, le vallate scoscese, i fiumi e le foreste incontaminate hanno dato vita a seducenti fenomeni naturali, tra cui le grotte di Sudwala che risalgono a milioni di anni fa, Bourke’s Luck Potholes, God’s Window, Wonder View e le Tre Rondavels.

    La Culla dell’Umanità:
    L’area fossile conosciuta come Culla dell’Umanità – dichiarata dall’UNESCO Patrimonio dell’umanità nel 1999 per il suo incredibile valore antropologico – si estende per poco meno di 500 chilometri quadrati nella provincia di Gauteng e comprende grotte di pietra calcarea. Nonostante gli ominidi fossero verosimilmente diffusi in tutta l’Africa, è solo qui che i loro resti possono essere rinvenuti, grazie alle particolari condizioni geologiche che ne hanno permesso la fossilizzazione. Tra queste grotte le più interessanti sono senza dubbio quelle di Sterkfontein: soltanto qui, a partire dal 1890, sono stati rinvenuti i resti di oltre cinquecento ominidi, anello mancante tra i primati e l’essere umano. Gli studi svolti su questi resti hanno contribuito a dimostrare la teoria dell’Out of Africa, secondo cui l’evoluzione degli esseri umani è partita dall’Africa per poi estendersi nel resto del mondo. Il lavoro scientifico nella zona cominciò negli anni Trenta del secolo scorso; nel 1947, il paleontologo Robert Broom e il suo assistente John Robinson scoprirono il cranio di Mrs Ples, il più antico fossile di Australopithecus africanus, risalente a oltre 2 milioni di anni di anni fa.

  • Safari in aree non malariche

    Safari in aree non malariche
    Per chi cerca un Sudafrica malaria free senza rinunciare alle emozioni del safari
    Per chi desidera evitare la profilassi antimalarica, è possibile scegliere alcune riserve a nord di Johannesburg e sulla Garden Route che si trovano in zone non a rischio di malaria. Vantano la presenza di molti animali che si possono ammirare da vicino durante i fotosafari e offrono sistemazioni in lodge di ottimo livello. L’esperienza del safari in queste riserve ha tutte le carte in regola per costituire una valida alternativa alle altre riserve e parchi sudafricani più conosciuti. Tra queste ricordiamo la Madikwe Game Reserve, posizionata nel nord del Paese, che ospita la seconda popolazione di elefanti del Paese; la Welgevonden Game Reserve, situata a 1.500 m d’altitudine e che garantisce un clima piacevole anche durante la stagione più calda; il deserto del Kalahari, un’immensa distesa di terra “infuocata” e dune dal color rosso ocra che si estende tra il Sudafrica, la Namibia e il Botswana, dove si trova il Kgalagadi Transfrontier, con una superficie di 3,6 milioni di ettari; l’Addo National Park, nella Garden Route, che ospita un gran numero di elefanti e infine Pilanesberg Game Reserve vicino a Sun City.

  • Cascate Vittoria (Zimbabwe-Zambia):

    Queste spettacolari cascate – dichiarate patrimonio dell’umanità dall’UNESCO – sono alte in media 128 metri e sorgono su una gola stretta e profonda che permette di vedere la bellezza di tutto il loro fronte (lungo oltre un chilometro e mezzo) dall’altra sponda. Si trovano lungo il fiume Zambesi  e demarcano il confine tra Zimbabwe e Zambia. Il primo occidentale ad arrivare qui fu l’esploratore scozzese David Livingstone, che vi arrivò il 17 novembre del 1855 e le chiamò Vittoria in onore dell’allora Regina d’Inghilterra. Il nome indigeno delle cascate è Mosi-oa-Tunya, “fumo che tuona”: erano così chiamate dalle tribù Kololo per via dell’effetto che produce l’acqua, polverizzandosi e creando delle vere e proprie “nuvole” visibili anche a distanza di chilometri. Nel periodo di massima portata, che va da febbraio a maggio, si riversano nel salto oltre 540 milioni di metri cubi di acqua al minuto.

Le nostre proposte per il Sudafrica: