Viaggi e turismo

TANZANIA:

DATI DEL PAESE:

Capitale: DODOMA
Popolazione: 55,2 milioni di abitanti (2016)
Superficie: 945.080 km2
Fuso orario: +2h rispetto all’Italia; +1h quando in Italia vige l’ora legale
Lingue: kiswahili e inglese
Religioni: cristianesimo e islam (98% a Zanzibar), minoranze induiste
Moneta: Scellino della Tanzania (TZS) –  Cambio: 1Euro = 2570 TZS circa (aprile 2019)
Prefisso per l’Italia: 00039
Prefisso dall’Italia: 00255
Telefonia: la rete cellulare è molto diffusa anche se alcune zone all’interno del Paese non sono ancora coperte.

Approfondimenti sul Paese:

Un viaggio in Tanzania è un’esperienza che porta lontano, non solo geograficamente: scoprire questa terra significa avvicinarsi a un mondo primordiale, a una cultura antica e affascinante, a una storia di contrasti e paesaggi unici. È una terra che conquista, a prima vista, con i suoi grandi slanci naturalistici: panorami incontaminati e selvaggi, tramonti di fuoco, pianure vastissime, grandi laghi (il Vittoria, il Tanganika e il Malawi), spiagge bianche sull’Oceano Indiano, l’incredibile spaccatura della Great Rift Valley, vulcani e crateri… Oltre il trenta per cento del suo territorio – che racchiude in sé molti dei paesaggi naturali i più belli del continente –  è considerato area naturale protetta: il Paese conta ben sedici parchi nazionali e diverse riserve naturali, tra cui il Ngorongoro, il Parco nazionale del Serengeti, la Riserva di caccia del Selous, il Parco nazionale di Mikumi e il Parco nazionale di Gombe. Queste aree presentano una elevata biodiversità e contengono una vasta gamma di habitat naturali, qui vivono infatti leoni, ghepardi, elefanti, gazzelle, coccodrilli, fenicotteri, gnu, antilopi e scimmie. Ma venire qui significa anche scoprire la cultura locale, tra tradizioni antiche, musiche, danze e rituali dal sapore ancestrale.

  • GEOGRAFIA:

    La Tanzania si trova nell’Africa Orientale, confina a Nord con il Kenya e l’Uganda, a Ovest con il Ruanda, il Burundi, e il Congo (Zaire), a Sud con lo Zambia, il Malawi e il Mozambico. Ha un ampio tratto di costa lungo l’Oceano Indiano. Nel territorio sono comprese numerose isole, di cui le principali sono Zanzibar, Pemba e Mafia.
    La maggior parte del territorio è costituito da un’ampia sezione dell’altopiano est-africano. A Sud si hanno i monti Kipengere che raggiungono quasi i 3000 metri. Nella zona settentrionale si trova il Ngorongoro con uno dei crateri più grandi del mondo (40 km di diametro) e il Kilimangiaro, la vetta più alta del continente 5895 metri. Nella regione nord-orientale l’altopiano digrada verso il Lago Vittoria. Ad Ovest il fiume Congo con il Lago Tanganica, a Nord-Ovest il Nilo con il Lago Vittoria e a Sud-Ovest lo Zambesi con il Lago Malawi (ex Niassa).

  • CLIMA:

    La Tanzania presenta un clima gradevole tutto l’anno. La posizione geografica appena a sud dell’Equatore fa sì che non ci siano stagioni distinte eppure, a causa delle differenze di altitudine, si verifica una notevole escursione termica fra il giorno e la notte e molto diverse sono le condizioni da una zona all’altra. Di solito la costa gode di un clima caldo e umido mentre il Nord (zona di Arusha) è sempre fresco per via dell’altitudine.
    Se si dovesse generalizzare potremmo dire che nei mesi tra dicembre e marzo (estate tanzaniana) prevale il caldo secco durante il giorno e le serate sono fresche con poca umidità. Aprile e maggio normalmente sono il periodo delle piogge (forti e intermittenti), tuttavia negli ultimi anni c’e’ stata più acqua a gennaio che non ad aprile-maggio. Nei mesi tra giugno e agosto (inverno tanzaniano) le temperature si abbassano il clima è secco e il Paese è verde. Il periodo settembre-novembre corrisponde alla “primavera” quindi le giornate sono più calde e possono esserci acquazzoni (di solito brevi).

  • LOCALITA':

    Dar es Salaam è la città più importante della Tanzania. Il ‘Porto della pace’ sorse come villaggio di pescatori verso la metà dell’Ottocento, quando il sultano di Zanzibar decise di trasformare la laguna interna (ovvero l’attuale porto) in un approdo sicuro e in un centro di commerci. Oggi questa città è una metropoli brulicante di attività con 2.489.800 abitanti e i dhow arabi si confondono con le gigantesche navi che solcano gli oceani. Come in molte altre città africane non mancano vistosi contrasti tra i vari quartieri di Dar es Salaam, ma, per quanto le animate vie centrali attorno al caratteristico Mercato Kariakoo e alla torre dell’orologio non potrebbero essere più diverse dai viali alberati dei quartieri governativi a nord, pure non esistono dei veri e propri bassifondi. L’atmosfera di questa città è accogliente, con un vago sentore di salmastro, un’inebriante mistura di culture diverse e, soprattutto, nessuno degli aspetti spiacevoli di Nairobi. Il Museo Nazionale di Dar è situato nei pressi dei Giardini Botanici, in centro. Questo museo ospita alcune importanti collezioni archeologiche, tra cui spiccano i fossili di Zinjanthropus (Australopiteco dalla robusta mandibola) e illustra la sordida storia della tratta degli schiavi di Zanzibar. A una decina di chilometri dal centro, il Village Museum merita anch’esso una visita: si tratta di un villaggio con abitazioni autentiche, caratteristiche di varie regioni della Tanzania. Nel villaggio, durante il fine settimana, si può assistere a spettacoli di danze tradizionali. La Oyster Bay è uno splendido (per il momento) tratto di costa tropicale dove si trova la spiaggia più vicina alla città. Tenete presente che può essere difficile trovare una camera a Dar es Salaam perché, seppure in questa città non manchino gli alberghi, sembra che siano sempre tutti al completo – cosa che vale per ogni genere di alloggio, dai più economici a quelli di lusso. Quindi non vi conviene scartare una stanza soltanto perché non vi piacciono le tendine: prendetela, invece, e cercatevi qualcos’altro più tardi, con comodo. Questa città è anche il principale aeroporto della Tanzania per gli arrivi internazionali e vi si trovano moltissimi uffici delle varie compagnie aeree. Il treno TAZARA fa servizio tra Dar es Salaam e Kapiri Mposhi (Zambia). Gli autobus diretti alle principali località del paese partono da diverse fermate in città, dal momento che non esiste un’autostazione centrale.

  • PARCHI E AREE:

    Mt Kilimanjaro National Park
    Vulcano dalle forme quasi perfette, che si staglia a picco sulle remote pianure nord-orientali della Tanzania, il mt Kilimanjaro offre uno dei panorami più grandiosi dell’Africa. Perennemente innevato e non ancora del tutto spento, questo vulcano di 5895 m è la vetta più alta del continente: dalle fattorie delle pianure si sale tra la lussureggiante vegetazione della foresta pluviale fino ai prati alpini per raggiungere infine, attraverso uno spoglio paesaggio lunare, le due cime gemelle. La foresta pluviale ospita molti animali, tra cui elefanti, bufali, rinoceronti, leopardi e scimmie e ci si può anche imbattere in mandrie di antilopi alcine nella sella tra le cime Mawenzi e Kibo. Conquistare la vetta e attendere il sorgere dell’alba, mentre lo sguardo spazia a perdita d’occhio sulla savana, è il sogno di ogni viaggiatore; la scalata dei 5895 m di questo monolite, però, non è certamente una scampagnata domenicale. Moltissimi minibus raggiungono tutti i giorni il principale sentiero escursionistico, partendo da Moshi (sulla strada statale) e fermandosi all’inizio del percorso presso Marangu.

    Serengeti National Park
    Il Serengeti, che si estende su di una superficie di 14.763 kmq, è il parco più famoso della Tanzania, dove potrete farvi un’idea di come doveva essere l’Africa occidentale prima dell’arrivo dei ‘grandi cacciatori bianchi’. L’insensato sterminio degli animali delle pianure iniziò negli ultimi anni dell’Ottocento, ma anche in tempi più recenti i cacciatori di trofei e i contrabbandieri in cerca di avorio hanno continuato il massacro. Nelle sconfinate pianure del parco, quasi del tutto prive di alberi, vivono milioni di ungulati in costante movimento alla ricerca di pascoli, sotto lo sguardo rapace di ogni sorta di predatori: è veramente uno degli spettacoli più incredibili a cui si possa assistere e il numero di animali coinvolti in questa migrazione sfida l’immaginazione umana. Gli gnu svolgono un ruolo importante in questa strabiliante migrazione annuale, ma il Serengeti è famoso anche per i leoni, i ghepardi e le giraffe. 400 le specie di uccelli, cinquecento ghepardi, mille leopardi, 2700 leoni, un milione e mezzo di gnu, 300mila zebre, 500mila gazzelle di Thompson, oltre a grandi gruppi di elefanti, impala, ippopotami, antilopi, giraffe, struzzi, coccodrilli, genette: tutto questo e altro ancora è l’incredibile ecosistema che anima il Parco nazionale del Serengeti, 15mila chilometri di pura natura incontaminata. L’area del parco è la porzione più importante di un ecosistema ancora più vasto che comprende anche le Ngorongoro Plains e il Maasai Mara. Non c’è dubbio: è questo il luogo migliore per gli avvistamenti di animali in Africa, anche grazie alla sua orografia. Il sottosuolo, infatti, è composto per la maggior parte da rocce vulcaniche: questo limita molto la crescita di piante ad alto fusto, in favore delle praterie: la visuale è quindi aperta e gli avvistamenti facilissimi. Gli gnu e le zebre, inoltre, sono i protagonisti della famosa Grande Migrazione del Serengeti, il più grande movimento migratorio di specie selvatiche al mondo.

    Ngorongoro Conservation Area
    Il panorama offerto dal Cratere del Ngorongoro, largo 20 km e alto 600 metri e situato nella regione nord-orientale del paese, può non essere particolarmente suggestivo dalla cima ma, scendendo lungo i sentieri che attraversano la fittissima giungla, cambierete senz’altro opinione. Questo cratere è stato paragonato all’Arca di Noé e al Giardino dell’Eden ma, rispetto a quelli, ha il vantaggio di esistere tuttora. Lo stesso Noé resterebbe perplesso davanti all’attuale declino della fauna di questa regione, ma non avrebbe comunque difficoltà a trovare leoni, elefanti, rinoceronti, bufali e molti altri erbivori delle pianure come gnu, gazzelle di Thomson, zebre e antilopi dei canneti, oltre a migliaia di fenicotteri che sguazzano nelle acque poco profonde del Magadi, il lago salato in fondo al cratere. Le locali tribù masai hanno il diritto di pascolo in questa zona e può capitare di incontrarle con il loro bestiame. Il Cratere di Ngorongoro è un ambiente unico al mondo: l’attuale caldera è ciò che resta di un antico cono vulcanico la cui vetta è collassata circa 2,5 milioni di anni fa. Il diametro della caldera misura oggi una ventina di chilometri e ospita al suo interno una savana popolata da oltre 25mila animali, appartenenti alle specie tipiche della regione. Il bordo del cratere, le cui pendici esterne sono  ricoperte da un fitto manto di foresta primaria, raggiunge un’altitudine di 2300 metri. Questo spettacolo della natura è inserito all’interno della Ngorongoro Conservation Area: patrimonio dell’UNESCO dal 1978 e Riserva Internazionale della Biosfera dal 1981, è una zona di conservazione in cui è stato riconosciuto il diritto d’insediamento alla comunità Maasai. Estesa per circa 8300 chilometri quadrati, oltre al cratere l’area include il vulcano Olmoti e la Caldera di Empaka, vaste distese erbose, selvagge foreste pluviali, immense praterie montane.

    Selous Game Reserve
    Questo vasto e sperduto angolo di natura selvaggia è stato definito la più grande riserva faunistica del mondo (54.600 kmq). Praticamente intatta, sembra ospitare (secondo le stime ufficiali) la più grande concentrazione del pianeta di elefanti, bufali, coccodrilli, ippopotami e licaoni, oltre a numerosi leoni, rinoceronti e antilopi e a migliaia di splendide specie di uccelli. Una delle principali attrazioni del luogo è l’enorme fiume Rufiji, e all’estremità settentrionale della riserva troverete il lodge di Stiegler’s Gorge, una gola attraversata da una teleferica. Il mezzo di trasporto più comodo per raggiungere Selous è il volo diretto da Dar es Salaam, mentre via terra non ci sono autobus ed è praticamente impossibile fare l’autostop; soltanto la linea ferroviaria TAZARA si spinge fino a Fuga, al limitare della riserva.

    Parco nazionale del lago Manyara
    Nel celebre romanzo “Le verdi colline d’Africa”, Hemingway descrisse il Parco nazionale del lago Manyara come il più bello di tutto il continente. Dichiarato dall’UNESCO Patrimonio dell’umanità nel 1981, è uno dei parchi con la più alta biodiversità della Tanzania: all’interno dei suoi 330 chilometri quadrati (di cui 200 occupati dal lago) coesistono cinque diversi ecosistemi: la foresta equatoriale, la foresta xerofila (con palme e acacie e alcuni baobab), l’ambiente lacustre,  la savana e le aree vulcaniche con sorgenti calde. In questo angolo di mondo in cui la natura esprime con forza tutta la sua struggente bellezza, vivono numerosissime specie di animali, tra cui babbuini, scimmie, elefanti, giraffe, leopardi, leoni, e circa 380 specie di uccelli. Tra dicembre e marzo, inoltre, è possibile incontrare stormi di fenicotteri rosa (che migrano in seguito verso il lago Natron). Questo bellissimo parco nazionale si sviluppa su una stretta striscia di terra compresa tra la scarpata della Rift Valley e il lago dalle acque relativamente basse. Una decina di fiumi scendono dalla scarpata e dividono il parco in ecosistemi alquanto diversi fra loro. A nord c’è una foresta densa, poi savana arborea con acacie contorte e palme, quindi savana arbustiva con combretti e commifore, infine savana piana a meridione vicino alle sorgenti di acqua solforosa di Maji Moto. Sul lago c’è una notevole varietà di uccelli che popolano la sponda orientale e in acqua una moltitudine di ippopotami. In questo parco è frequente vedere i leoni riposarsi sui rami alti delle acacie. Riducono così facendo il fastidio dei moscerini che vengono disturbati dal vento. La coesistenza di habitat diversi favorisce la presenza di animali delle specie più varie: dagli elefanti ai leoni alle migliaia di uccelli acquatici, tra cui i fenicotteri rosa, che vengono a riprodursi sulle sponde del lago. La barriera della Great Rift Valley con i suoi rilievi fa da sfondo a un paesaggio che sembra creato apposta per un set cinematografico.

    Lago Natron
    Nel lago Natron nidifica il piccolo e grande fenicottero rosa. Il cratere è interamente circondato da un’area di circa 10 km di diametro di soda bianca dove i raggi del sole riflettono e il caldo è intenso. All’orizzonte si intravedono boschetti di acacie. Il lago fu scoperto da un geologo inglese ed è senza meno il più spettacolare della Rift Valley: sorgenti calde a 50° sgorgano dai bordi del lago producendo microscopiche alghe che sono il nutrimento di una grande quantità di uccelli, fra i quali i fenicotteri rosa.

    Il Lago Eyasi e le tribù dei Datoga e degli Hadzabe
    Il lago Eyasi è dentro alla scarpata della Rift Valley, è asciutto, ricco di incrostazioni di carbonato di sodio, ed è l’area dove vivono le tribù degli Datoga e degli Hadzabe. Lo stile di vita degli Hadzabe assomiglia molto a quello dei Boscimani del Botswana: vivono in capanne di fango circolari, sono coperti da pelli di animali e cacciano con l’arco e le frecce. Si nutrono anche di radici, tuberi e frutti selvatici, conducendo uno stile di vita come si viveva 10.000 anni fa. I Datoga sono i nemici storici dei Masai, sono alti e longilinei e vestono con gli abiti e i colori dei Masai: come loro emigrarono dalle aree attorno al Nilo alla ricerca di pascoli per il bestiame, spingendosi fino in questa zona in Tanzania, ma arrivarono centinaia di anni prima dei Masai, per questo sono nemici poichè da secoli si contendono i pascoli. Godono di reputazione di coraggiosi guerrieri essendo parenti dei Danakil dell’Etiopia del sud, ma oggi sono pacifici e vivono dedicandosi totalmente al loro bestiame.

    La Gola di Olduvai
    La Gola di Olduvai si impose all’attenzione del mondo nel 1959 quando i coniugi Leakey scoprirono alcuni frammenti fossili del cranio di uno degli antenati dell’homo sapiens, risalenti a quasi 2 milioni di anni fa: grazie a questo e ad altri ritrovamenti, essi ipotizzarono l’esistenza di un’altra specie di ominidi che chiamarono homo abilis. I coniugi sostennero che altre due specie conosciute, l’australopithecus africanus e l’australopithecus robustus, si sarebbero estinte e l’homo abilis avrebbe dato origine all’umanità attuale. La teoria è tutt’ora oggetto di dibattito. In seguito, nel 1979, Mary Leakey scoprì presso Laetoli delle orme prodotte, forse, da un uomo, un bambino ed una donna che pare risalgano a tre milioni e mezzo di anni fa e che, appartenendo a creature in grado di camminare erette, indussero a considerare la nascita dell’uomo come un fenomeno molto più antico di quanto non si fosse mai supposto. La gola è un luogo di culto per chi vuole vedere la zona dove, si pensa, vivessero i primi uomini.

    Parco nazionale del Tarangire
    Conosciuto anche come Parco dei Giganti, il Tarangire National Park è famoso proprio per la presenza dei suoi due giganti buoni: i baobab e gli elefanti. L’area si estende per circa 2600 chilometri quadrati, in cui è possibile individuare nove diverse zone di vegetazione –  verdi pianure, foreste di acacia, colline rocciose e gole profonde – popolate da molteplici specie animali (leoni, ghepardi, dik-dik, kudu…) e oltre duecento specie di uccelli. La caratteristica principale di questo parco è la presenza di secolari baobab che possono raggiungere anche i venticinque metri di altezza e rappresentano un elemento fondamentale per l’ecosistema dell’intera area. Dal punti di vista faunistico, la zona si caratterizza per importanti flussi migratori: da agosto a ottobre, per esempio, giungono in massa (intorno alle pozze d’acqua che rimangono del fiume Tarangire) branchi di gnu, zebre, antilopi ed elefanti. Questi ultimi, in particolare, abitano il parco in numero discretamente elevato: è facile incontrarli, anche a distanza ravvicinata,  durante tutto l’anno.

  • Zanzibar:

    L’arcipelago di Zanzibar è un vero e proprio paradiso terrestre, ricco di di foreste selvagge, spiagge bianche e un mare cristallino che nasconde fondali dalle mille sfumature, tra coralli e pesci colorati. L’isola principale dell’arcipelago, Unguja, ospita la capitale Zanzibar City (dove è d’obbligo visitare l’antico quartiere di Stone Town, Patrimonio dell’UNESCO). Spiagge di sabbia soffice e villaggi di pescatori, ancora lontani dal turismo di massa, contraddistinguono invece  Mafia Island; Pemba, conosciuta anche come l’isola sempreverde, è invece famosa per la sua natura incontaminata, con spiagge deserte, fondali ricchi di vita marina e una vegetazione lussureggiante. In passato, Zanzibar fu commercialmente legata Medio Oriente, all’India e anche alla Cina: qui confluirono culture arabe, persiane e bantu. L’arcipelago fu uno snodo importante della via delle spezie: ancora oggi buona parte della sua economia si fonda sulla produzione di profumatissime spezie come zenzero, cannella, chiodi di garofano, noce moscata e pepe.

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