Viaggi e turismo

DATI DEL PAESE:

Capitale: Lhasa (3490m)
Superficie: 1.228.400 km2
Abitanti: ca. 3.000.000
Lingue: tibetano e cinese. L’inglese non è molto diffuso.
Valuta: Yuan (moneta cinese)
Vaccinazioni: Nessuna vaccinazione è richiesta al viaggiatore italiano che intende recarsi in Tibet; la vaccinazione contro la febbre gialla è richiesta solo a chi proviene da zone infette. Consigliate sono la vaccinazione antitifica, quella contro l’epatite A e B (per chi soggiorna a lungo).
Telefono: Per telefonare dall’Italia in Tibet è necessario fare lo 0086 seguito dal prefisso della città senza lo 0 e dal numero desiderato. Per telefonare in Italia dal Tibet è necessario comporre lo 0039 seguito dal numero dell’abbonato.
Elettricità: L’elettricità è a 220 volt. Si usano spine di tipo australiano, americano, italiano e di Hong Kong; è utile avere a portata di mano un adattatore.

 

 

Approfondimenti sul Paese:

  • Il clima:

    Il clima è assai rigido e ventoso e possono manifestarsi temperature notturne anche inferiori ai -30 °C.
    I monsoni provenienti dall’India e dal Nepal, notevolmente ridotti dalla catena himalayana portano alcune leggere precipitazioni in particolare nella parte sud-occidentale tra metà giugno e metà settembre. Il clima è molto secco per tutto il resto dell’anno. Le temperature più basse sono tra i mesi di dicembre e febbraio. D’inverno le precipitazioni nevose sono scarse nella valle e abbondanti nella catena himalayana. I passi del sud rimangono spesso chiusi per la neve durante l’inverno.
    A Lhasa (a 3.595 m. sul livello del mare) le temperature massime vanno da qualche grado sopra lo zero d’inverno ai 25 °C d’estate, mentre le minime vanno dai -15 °C ai +10 °C.

    Quando andare:
    In qualsiasi periodo dell’anno, in particolare nel Tibet occidentale, è bene essere preparati a improvvisi cali della temperatura durante la notte. In generale, però, il clima non è così rigido come si è soliti immaginare. Il periodo migliore per visitare il Tibet è quello compreso tra maggio e l’inizio di novembre; dopo, la temperatura comincia a diminuire drasticamente. Tuttavia, a maggio e a giugno c’è da tenere in considerazione il fattore vento; anche le tempeste di polvere non sono rare in questi mesi. Non è certo piacevole essere sorpresi da queste tempeste durante un’escursione a piedi o mentre si fa trekking, ma in genere sono annunciate da una bufera e si vede quando stanno arrivando. Lhasa e Shigatse in genere godono di un clima mite da maggio a novembre, ma i mesi di giugno e luglio possono essere piovosi: di solito, in questi due mesi si concentra circa la metà della piovosità annua del Tibet.

     

  • Cosa mettere in valigia:

    Abbigliamento pesante da montagna, eventuale sacco a pelo, scarponcini, cappello, occhiali da sole e crema solare ad altissima protezione, lamette e crema da barba, deodorante, crema per le labbra, una sveglia, fotocopie del passaporto, foto tessera e altri documenti di identità, anche scaduti, da lasciare in garanzia qualora venissero richiesti, un adattatore e una pila elettrica, farmacia da viaggio.

    IMPORTANTE: Quando si arriva in Tibet, sia via aerea che via terra, le guardie di frontiera controllano minuziosamente i bagagli alla ricerca di guide e pubblicazioni con le foto del Dalai Lama e le sequestrano, anche solo se contengono foto di monaci o immagini buddiste.

  • Le località:

    Questo affascinante Paese è rimasto per secoli misterioso e intatto a causa delle difficoltà a raggiungere la zona. Capitale della regione autonoma del Tibet, Lhasa è un piccolo centro di soli 60.000 abitanti situato a circa 3.600 metri a ridosso di un gigantesco altopiano ai piedi dell’Himalaya, la zona più elevata della Terra. Definita “la terra degli Dei”, Lhasa è un recinto sacro, dentro il quale scorre gior no e notte la corrente dei fedeli. Il monastero più antico della città è il Jokhang, la cattedrale del buddismo tibetano, epicentro della vita sociale e spirituale della città e del Paese. Una vera meraviglia architettonica a nord-ovest della città, è il Potala, residenza, palazzo, fortezza e monastero del Dalai Lama. A Nord, dall’altopiano del Tibet settentrionale, si possono ammirare laghi e vette con nevi eterne. Situata a 3.950 metri di altitudine, Gyantze è la cittadina del Tibet più genuinamente tibetana, grazie ad uno scarso insediamento cinese. Storicamente al centro di importanti strade carovaniere e dominata da un imponente forte che gli inglesi consideravano tra le roccaforti più difficili da espugnare in Asia centrale. I principali punti di interesse sono il Monastero Palkhor Chode, vera cittadina che un tempo ospitava mille monaci, e il Kummbun che è annesso al monastero e va visitato percorrendo in meditazione i vari piani in senso orario proseguendo verso la cima sovrastata dagli occhi del buddha. Seconda città del Tibet, Xigatze, ha subito una forte influenza cinese, chiaramente visibile dallo stile dei fabbricati. È la sede del Panchen Lama, la seconda autorità religiosa e civile del Tibet teocratico, abate del Monastero di Tashilumpo, rinomato centro del lamaismo dove l’attività ferve tutto il giorno. Interessante la visita della cappella del Buddha del Futuro, con la più alta statua buddista di bronzo del mondo, delle cucine, dei numerosi cortili dove si svolgono talvolta funzioni religiose e dibattiti filosofici. Da Xegar e’ inoltre possibile tra i grandiosi scenari dell’altopiano tibetano, valicando passi panoramici, giungere a Rongbuck , il più alto monastero abitato posto ai piedi della parete nord della più alta montagna del mondo, l’Everest.

     

  • Il Tibet in libreria e sul grande schermo:

    “Non esiste esperienza di lettura migliore dell’andare nei luoghi in cui un libro è stato scritto.”
    (Kenzaburō Ōe)

    Sette anni in Tibet di Harrer Heinrich
    Ritorno al Tibet di Harrer Heinrich
    Autostop per l’Himalaya di Vikram Seth
    Rossi fiori del Tibet di Alai
    Miti e leggende del Tibet di Andreas Gruschke

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    “Il cinema è bello se riesce a leggere la realtà”
    (Ettore Scola)

    Sette anni in Tibet (1997)
    Kundun (1997)
    Il bambino d’oro (1986)
    Dalai Lama, il Quattordicesimo (2014)

     

Le nostre proposte per il Tibet: