Viaggi e turismo
DATI DEL PAESE:
Capitale: Tashkent
Popolazione: 33.000.000
Superficie: 447.400 km²
Fuso orario:+4 ore rispetto all’Italia; +3 quando in Italia vige l’ora legale.
Lingua ufficiale: ufficiale è l’uzbeko; molto diffuso anche il russo. Il tagiko è d’uso comune nelle aree di Samarcanda e Bukhara. Nelle predette città è inoltre possibile reperire guide con una buona conoscenza dell’inglese e dell’italiano.
Religione: musulmana (almeno 90%), cristiano ortodossa e cattolica e protestante.
Moneta locale: Sum.
E’ sempre consigliato portare con sé contanti (dollari o euro), in quanto l’utilizzazione di carte di credito per i pagamenti e degli ATM per ritiro di denaro in Euro o Dollari USA è ancora poco diffusa. Ciò è possibile nelle principali banche e hotel nelle città. In questo secondo caso, si consiglia di informarsi prima del tipo di carta di credito accettata (generalmente, Visa e Master Card, più raramente American Express). Si consiglia inoltre di usare le normali precauzioni nell’effettuare i pagamenti con carta di credito per evitare rischi di clonazione.
Tutti i pagamenti devono essere effettuati in Sum. Per eventuali pagamenti in valuta straniera che dovessero essere richiesti, è meglio utilizzare contanti, conservando sempre le ricevute.
Dollari e/o Euro possono facilmente essere cambiati presso gli hotel o gli istituti di credito. E’ opportuno tenere le ricevute dei cambi effettuati, per eventuali controlli in frontiera. Assolutamente da evitare il ricorso al cambio parallelo, che è illegale e sanzionabile. Anche dopo la liberalizzazione valutaria del 5 settembre 2017, si possono incontrare, soprattutto nei bazar, cambisti che offrono di acquistare valuta forte.
Prefisso per l’Italia: 0039
Prefisso dall’Italia: 00998
Elettricità: 220 volt con prese comuni. Si consiglia tuttavia di portare con sé un adattatore a lamelle piatte ed una torcia.
Mance: Le mance non sono incluse nel pacchetto di viaggio. E’ pratica comune e molto apprezzata lasciare la mancia alla guida e agli autisti che vi accompagnano durante il tour.
Approfondimenti sul Paese:
E’ la grande storia e il suo fluire la meta del viaggio in Uzbekistan: la riscoperta dell’antica Transoxiana, che ripercorre il passato di una terra che per duemila anni è stata punto d’incontro-scontro tra Oriente e Occidente, tra il mondo nomade delle steppe e le civiltà stanziali e colte dei grandi imperi. Dal macedone Alessandro Magno al mongolo Gengiz-Khan, dalla dinastia araba Samanide che le rese centri mondiali dell’Islam al turco Tamerlano l’Uzbekistan racconta un’evoluzione culturale compiuta grazie all’ incontro di due mondi; l’impero guerriero dell’erba, del cavallo e dell’arco, scomparso per sempre alla fine dell’800, in questa terra andava spegnendosi lentamente dentro alla cultura dell’aratro, della scrittura e dell’arte.
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Il clima:
L’Uzbekistan ha un clima essenzialmente continentale, freddo in inverno (nel mese di gennaio la temperatura scende spesso sotto zero), e molto caldo in estate (a luglio può superare i 40 gradi centigradi). Il periodo ideale per visitare l’Uzbekistan va da fine Marzo a Giugno e da Settembre a metà Novembre.
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L'abbigliamento:
Consigliato abbigliamento comodo, occhiali da sole, calzini per le visite alle moschee.
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Le località:
TASHKENT
La capitale dell’Uzbekistan, un tempo quarta città dell’Unione Sovietica per dimensioni, è il cuore dell’Asia centrale e dispone dei migliori collegamenti aerei internazionali dell’intera regione. Detto questo, non si può certo affermare che sia la classica meta turistica da cartolina. A causa del catastrofico terremoto del 1966 e della successiva solerzia degli urbanisti sovietici, rimane ben poco dei 2000 anni di storia della città. I visitatori in genere concordano sul fatto che Tashkent sia la più sovietica delle città dell’Asia centrale e si dice che molti slavi che non vogliono, o non possono, tornare in patria si rifugino nella relativa stabilità culturale di questa città, che almeno per metà parla ancora russo (anche se russa non è).
Vale la pena di passeggiare fra i resti della città vecchia, l’eski shakhar, un dedalo di strette viuzze polverose, su cui si affacciano case basse di mattoni e fango, moschee e antiche madrase (accademie islamiche), che sembra essere stato risparmiato dagli urbanisti sovietici per mostrare che aspetto avrebbero avuto gli edifici senza gli splendori del socialismo. La madrasa di Kukeldash è una splendida accademia del XVI secolo in fase di restauro, la cui piazza si riempie di fedeli nelle calde mattine del venerdì; nelle vicinanze sorge la piccola moschea Jami, risalente al XV secolo e utilizzata in epoca sovietica come officina per la lavorazione di lamiere. Il bazar Chorsu è un enorme mercato all’aperto, accanto alla madrasa di Kukeldash, frequentato da una moltitudine di gente proveniente dalle campagne circostanti che in genere indossa costumi tradizionali.
La mancanza di edifici antichi in questa città è compensata dalla presenza di grandi musei. Il Museo delle Belle Arti ospita una interessante collezione di opere d’arte del Turkestan prima dell’invasione russa, tra cui manufatti zoroastriani, statue buddhiste di 1000 anni fa e affreschi sogdiani. Il Museo di Arti Applicate fu inaugurato nel 1937 come vetrina per le arti applicate di fine secolo, ma è l’edificio in sé – progettato secondo lo stile tradizionale di Tashkent – a risultare più interessante dei suoi stessi contenuti. Vi sono altri musei dedicati alla ‘Storia’, all’antichità, alla letteratura, alla geologia e alle ferrovie. Per fare una pausa potete andare al Navoi Opera and Ballet Theatre, luogo ideale per assistere a opere classiche occidentali, a prezzi economici, e unico edificio sovietico della città che abbia un minimo di stile.SAMARCANDA
Nessun nome evoca la Via della Seta meglio di Samarcanda. Per i più ha lo stesso fascino della mitica Atlantide oppure dell’antica e leggendaria Timbuctù. La realtà è ovviamente diversa, ma non troppo. I superbi e immensi monumenti fatti costruire da Tamerlano, il vivace bazar e la lunga e ricca storia della città rendono l’atmosfera quasi magica, anche se al di fuori del nucleo storico s’incontra un agglomerato urbano in stile sovietico con ben poche caratteristiche degne di considerazione.
I principali luoghi d’interesse della città sono in gran parte opera di Tamerlano, di suo nipote Ulughbek e degli Shaybanidi uzbeki, che insieme fecero di questa città l’epicentro economico e culturale dell’Asia centrale nei secoli XIV e XV. I siti maggiori si trovano quasi tutti nella città vecchia arsa dal sole, la cui urbanistica è rimasta inalterata da quei tempi lontani.
L’edificio di maggiore interesse della città, considerato uno dei monumenti più straordinari dell’Asia centrale, è il Registan, un complesso di maestose e imponenti madrase, una profusione quasi esagerata di maioliche, mosaici azzurri e ampi spazi ben proporzionati. Nonostante sia ormai in rovina, la gigantesca moschea di Bibi-Khanym, situata nelle vicinanze e destinata alle grandi assemblee, appare imponente e armoniosa e fu il gioiello dell’impero di Tamerlano. È vittima della sua stessa grandiosità; un tempo fra le più grandi moschee del mondo, la sua edificazione sfruttò al massimo le tecniche costruttive dell’epoca e nel corso degli anni si sgretolò progressivamente per crollare, infine, del tutto durante il terremoto del 1897.
Il luogo più suggestivo di Samarcanda è Shahi-Zinda, una strada di tombe quasi tutte appartenenti alla famiglia e ai favoriti di Tamerlano e di Ulughbek; si dice che in una di queste riposi un cugino del profeta Maometto. Nonostante la fastidiosa presenza delle cassette per le offerte, queste tombe sono tra le migliori opere della città realizzate con piastrelle di maiolica. Il più suggestivo spettacolo dal vivo offerto da Samarcanda è il bazar principale che si estende intorno alla moschea di Bibi-Khanym. Il frenetico e vivace mercato agricolo è una torre di Babele brulicante di vestiti, scialli, cappelli e turbanti di ogni gruppo etnico esistente nella regione.
Esistono collegamenti aerei fra Tashkent e Samarcanda, oppure si può optare per l’autobus o il treno che impiegano cinque ore per attraversare la piatta e arida ‘Steppa della Fame’. Samarcanda è inoltre collegata con servizi di autobus a Tashkent, Bukhara, Dushanbe e Almaty.BUKHARA
Con i suoi edifici millenari e un centro storico tuttora abitato (che non è cambiato molto nel corso degli ultimi due secoli, Bukhara è una delle migliori località di questa regione per farsi un’idea di com’era il Turkestan prima dell’arrivo dei russi. Dopo gli splendidi mosaici di Samarcanda, il marrone imperante di Bukhara è una sorta di doccia fredda, ma dato che quasi tutto il centro è una riserva architettonica – che racchiude una massiccia fortezza reale, ricca di antiche madrase, vecchi bagni pubblici e i resti di un mercato un tempo molto esteso – non ci si può certo lamentare del colore.
In questa città si contano più di 140 edifici protetti, i più importanti dei quali sono la Labi-hauz, una piazza secentesca costruita intorno a una vasca, i tre bazar coperti, il minareto Kalan, risalente al XII secolo e alto 47 m, che un tempo era l’edificio più alto dell’Asia, e infine il mausoleo di Ismail Samani, la struttura più antica della città (completata intorno al 905) e certamente una delle più eleganti dell’Asia centrale.
Sebbene alcuni motivi decorativi che ornano i tappeti siano originari di questa città, i famosi tappeti di Bukhara, tanto apprezzati in Occidente, in realtà vengono realizzati in Turkmenistan, che un tempo faceva parte del khanato di Bukhara. Pur non producendo tappeti meravigliosi, gli abitanti del luogo sono più ospitali di quelli di Samarcanda e Tashkent e, se avrete la possibilità di rimanere abbastanza a lungo in questo paese, vi accorgerete che emanano un fascino paragonabile a quello dei monumenti e dei siti della loro città.
Bukhara è il capolinea di una linea ferroviaria che arriva fino a Samarcanda (6 ore), Tashkent (12 ore) e Nukus (20 ore). Vi è anche un treno settimanale che raggiunge la città kazaka di Almaty. Tashkent è anche raggiungibile in autobus o in aereo (2 ore).KHIVA
Secondo la leggenda, Khiva fu fondata quando Sem, figlio di Noè, scavò un pozzo in questa zona. Di sicuro la città esisteva nell’VIII secolo come fortezza minore e stazione commerciale lungo la diramazione della Via della Seta in direzione del Mar Caspio e del Volga. All’inizio del XVI secolo Khiva divenne la capitale dell’impero timuride con un fiorente mercato degli schiavi e per i tre secoli seguenti segnò il destino del khanato. Finché la Russia non liberò la regione dal giogo dei timuridi nel XIX secolo, anche i più impavidi e coraggiosi temevano d’imbattersi in queste feroci popolazioni e affrontare la loro desertica terra. Attualmente Khiva non è che una tranquilla località che si raggiunge dopo aver attraversato campi di cotone e frutteti, appena 35 km a sud-ovest di Urgench – una monotona città il cui unico pregio è quello di aver dato i natali all’inventore dell’algebra.
La Khiva moderna è una strana città. Il centro storico, a differenza di quelli di altre città centroasiatiche, è rimasto integro – ben conservato ma privo di vitalità. Anche nel bel mezzo delle fitte moschee, fra tombe, palazzi e madrase, dovrete infatti lavorare molto di fantasia per evocare la confusione, e anche la desolazione, che vi regnavano un tempo. Una sorpresa per gli occhi, dopo il blu di Samarcanda e il marrone di Bukhara, sono le piastrelle turchesi e alcune parti dell’Ichon Qala, la cittadella cintata, tuttora abitata e abbastanza trascurata da far dimenticare l’atmosfera da museo dell’intera città.
Il mattino e la sera sono i momenti migliori per visitare Khiva. I luoghi turistici principali sono il minareto di Kalta Minor rivestito di piastrelle turchesi, la fortezza di Kukhna Ark, le 218 colonne lignee della moschea Juma, il palazzo Tosh-Khovli sontuosamente decorato, la madrasa di Islom Huja e il relativo minareto simile a un faro e, infine, il mausoleo di Pahlavon Mahmud, considerato il più sacro della città, decorato con piastrelle di squisita fattura.VALLE DI FERGANA
Questa vasta valle fertile e pianeggiante, circondata dal Tian Shan a nord e dalla catena del Pamir Alay a sud, si trova nel cuore dell’Uzbekistan ed è la zona più densamente popolata dell’Asia centrale, nonché il centro della produzione della seta. I russi compresero subito le potenzialità della valle e trasformarono vaste zone in piantagioni di cotone e le sue antiche città in orribili centri industriali; di conseguenza i visitatori non vi troveranno che gente fiera, tradizionalista e ospitale, un vivacissimo bazar a Margilan e le montagne a breve distanza. I nodi dei trasporti della valle sono Kokand, Fergana e Margilan. Ci sono voli giornalieri tra Tashkent e Fergana, autobus per Kokand e treni per Margilan.SHAKHRISABZ
Shakhrisabz è una piccola città situata 90 km a sud di Samarcanda, che si è salvata dall’influenza sovietica. Sembra non abbia nulla di speciale, finché non iniziate a imbattervi nelle rovine che punteggiano le strade secondarie e una grandiosa città completamente diversa da quella attuale inizia a prendere forma. È la città natale di Tamerlano e una volta, probabilmente, la sua fama oscurava addirittura quella di Samarcanda. Del palazzo Ak-Saray di Tamerlano non rimangono che alcuni frammenti della gigantesca entrata alta 40 m, ricoperta di splendidi mosaici blu, bianchi e oro simili a una filigrana. Si rimane sbalorditi cercando d’immaginare la grandezza e la magnificenza di questa residenza estiva. Lo stesso vale per il Dorussiadat (seggio del potere e della forza) che forse arrivava anche a superare in grandiosità il palazzo Ak-Saray. Fra le altre attrattive ci sono le tombe degli antenati di Tamerlano, la gigantesca moschea di Kok-Gumbaz e la Cripta di Tamerlano, progettata per il condottiero, ma contenente i resti di due corpi non ancora identificati. Shakhrisabz è collegata a Tashkent da taxi e autobus che coprono la distanza in due ore.MOYNAQ
Moynaq è la città che più di altre porta i segni della catastrofe ecologica del lago d’Aral. In passato era uno dei due principali porti di pesca del lago, attualmente si trova almeno a 40 km dall’acqua. Ciò che rimane della flotta di pescherecci arrugginisce sulla sabbia accanto alle depressioni artificiali, testimonianza dell’ultimo inutile sforzo per tenere aperti i canali fino all’attuale sponda del lago. La popolazione di Moynaq, ridotta a 2000 anime, risente in pieno del disastro del lago: estati torride, inverni gelidi, devastanti tempeste di sabbia, sale e polvere e tutta una serie di problemi sanitari. La città è un tragico monumento al disastro ambientale causato dalle politiche sovietiche in Asia centrale. Moynaq si trova 210 km a nord di Nukus ed è collegata a questa città da taxi e autobus. Per raggiungere Nukus da Tashkent, prendete il treno che fa servizio ogni giorno oppure un autobus.