STATI UNITI
Indian Trail
Il Viaggio
Un indimenticabile viaggio “on the road” sulle tracce degli indiani d’America, dalla California all’Arizona, dal Colorado al New Mexico, nelle terre degli Apache e dei Navajo; un viaggio a bordo di un fuoristrada o in moto, per conoscere questo paese e viverlo “on the road”. Un’esperienza unica che vi permetterà di cimentarvi con strade senza fine e paesaggi mozzafiato; sarà certamente un viaggio “adventure” fuori dal comune!
Programma di viaggio
Partenza dall’Italia con volo di linea. Arrivo all’aeroporto di Los Angeles, ritiro del veicolo fuoristrada e trasferimento in hotel. Pernottamento.
Los Angeles conserva ancora lo smalto dei mitici anni ’50 quando imperavano Clark Gable e Marylin Monroe e attrae turisti da tutto il mondo in una sorta di reverenziale pellegrinaggio sulle tracce dei luoghi sacri del cinema.
Uno dei quartieri più famosi di Los Angeles è sicuramente Beverly Hills, residenza prediletta dei grandi attori e dei personaggi più in vista della città.
L’Hollywood Boulevard, il più eloquente esempio di un’architettura cinematografica che spesso sconfina nel kitsch, e il Sunset Boulevard, forse il viale più lungo del mondo che vanta ben 20.000 numeri civici, sono tappe d’obbligo per qualunque turista. Ma la nuova Los Angeles si rispecchia soprattutto nel quartiere di Downtown, vivace centro finanziario e culturale, e in quello di West Hollywood ricco di locali, ristoranti alla moda e night club frequentati dalle più famose star.
Possibilità di andare a visitare la prima rappresentazione di Disneyland, ad Anaheim, poco distante dalla città.
Pernottamento in hotel.
Partenza al mattino. Attraverseremo il Mojave Desert in direzione Las Vegas, la capitale del divertimento. E’ deserto ma non c’e’ la sabbia del Sahara: ci sono radi cespugli e cactus, strade sterrate, rettili, serpenti e tracce di dinosauri … si possono fare foto panoramiche a 360°, ma il paesaggio, malgrado le frequenti ondulazioni è pressoché uniforme ed uguale a stesso per ogni dove …
Arriviamo a Las Vegas, la città dove non si dorme mai. Il profilo di Las Vegas appare da lontano sulla superficie assolutamente piatta del deserto che la circonda: un paesaggio arido di rocce gialle e rosse dove la strada sembra sospesa nell’atmosfera desolata e rovente. Vistosi cartelli, annunciano la città del divertimento e della spensieratezza: un miraggio nel deserto, un’oasi di luci al neon, di casinò, di faraonici hotel e spettacoli scintillanti. Las Vegas è una striscia asfaltata lunga 5 km, alle cui estremità c’è il deserto. Ai lati, un susseguirsi di hotel dalle più maestose e bizzarre architetture, case da gioco, ristoranti, locali, bar e piccole cappelle dove si celebrano i matrimoni-lampo tra un via vai incessante di enormi automobili. E ancora grandi aree verdi, giardini, piscine, club esclusivi e campi da golf per questa città che non dorme mai e dove il consumo d’energia elettrica è il più alto del mondo. A Las Vegas, ogni hall di albergo è un’immensa sala giochi piena di slot machines che in questa città si trovano dappertutto. Tutto a Las Vegas è spettacolo, è una specie di città fantastica dove arrivano turisti da tutto il mondo.
Questa mattina partiamo alla volta del Grand Canyon. Ci fermeremo per ammirare una delle strutture artificiali più belle del mondo, Hoover Dam. La diga di Hoover e il Lago Mead. Poche dighe possono essere considerate delle opere d’arte, ma quella di Hoover (Hoover Dam) è un vero gioiello architettonico. Vista dal basso, la sensuale geometria della sua liscia parete di cemento alta 220 m contrasta drasticamente con gli irregolari profili di pietra rossa dei fianchi rocciosi del canyon. Dopo l’11 settembre, solo il personale autorizzato può accedere alla struttura. I visitatori esterni possono solo vedere un film sulla storia della diga e sulla sua costruzione. A nord e a est della diga si stende il bacino artificiale da essa creato: il Lago Mead, 180 km di lunghezza, un luogo ideale per una gita in barca, per dedicarsi allo sci d’acqua o perfino all’immersione subacquea. Proseguiamo poi verso sud e poi verso est attraversando Kingman e Williams lungo la strada che conduce al fantastico Grand Canyon.
Ci fermiamo un intero giorno in questo scenario naturale assolutamente unico. Il Grand Canyon, autentica meraviglia della superba natura americana. A perdita d’occhio migliaia di gole, il nastro color argento del fiume Colorado e le pareti rocciose dalle tonalità rossastre con faglie e stratificazioni più chiare. Divenuto parco nazionale nel 1913, il Grand Canyon è in grado di offrire uno dei più spettacolari fenomeni geologici del mondo, in uno scenario unico e grandioso. Il canyon è visitabile durante tutto l’anno nei modi più svariati: voli panoramici che regalano emozioni uniche, mentre chi ama l’avventura non può sottrarsi ad un’eccitante discesa lungo il Colorado. Ma è attraversandolo con l’auto che si può godere lo spettacolo migliore: si entra nel parco dalla Desert View, uno stupendo belvedere che si affaccia sulla parte più ampia della gola; si prosegue al Grandview Point con i suoi panorami che spaziano da Cape Royal sino al Granite Gorge; si può sostare al Yavapai Point dove ha sede il museo che illustra le trasformazioni del canyon e, da qui, proseguire a piedi fino al Grand Canyon Village.
Ripartiamo, e costeggiando il South Rim continuiamo attraverso la riserva indiana dei Navajo. Arriviamo poi al confine tra Utah e Arizona, dove si trova la Monument Valley, a lungo considerata l’ottava meraviglia del mondo, che è lo scenario immancabile di numerosi film Western. In mezzo ad un altipiano spoglio, battuto dai venti del deserto e abitato soltanto da indiani Navajo e coyote, si innalzano vere e proprie “torri di pietra”, grandi formazioni rocciose dalle pareti verticali con la cima piatta, imponenti picchi, gole intagliate e incredibili monoliti di arenaria che sembrano vegliare, come antiche fortezze, sulla regione circostante.
Puntiamo stamattina di nuovo verso sud, per incontrare l’incredibile Canyon de Chelly, terra sacra dei Navajos fin dall’antichità, rappresenta un’altra “perla” della superba natura americana con vertiginose pareti di arenaria rossastra che raggiungono i 300 m d’altezza. Un canyon lungo oltre 30 miglia e profondo quasi 400 m, diventato monumento nazionale dal 1931, che conserva numerose rovine di villaggi abitati, un tempo, dagli Indiani Pueblo.
Al di sopra dell’altopiano desertico Dolores, nel Colorado, si innalza un ampio tavolato intersecato da profondi canyon: è il Mesa Verde National Park. Si trova a 2613 metri di attitudine ed è ciò che rimane di un’antica montagna erosa. Si chiama «tavola verde» perché è ricoperto da abbondante vegetazione, favorita dalla presenza di acque sorgive. Dista 61 chilometri da Durango, 16 da Cortez, 11 da Mancos: c’è un’unica entrata e una strada che serpeggia lungo la montagna porta al Visitor Center preso il quale si prenotano le visite guidate ad alcuni luoghi del parco raggiungibili solo con i Rangers. La sera è molto fresca anche in piena estate. Il grande fascino di Mesa Verde risiede soprattutto nel mistero che ha circondato i primi abitanti della zona, gli Anasazi, o Indiani preistorici.
Attraversando le Riserve Apache del Colorado viaggiamo nuovamente verso sud alla volta di Santa Fe, che vanta con orgoglio il titolo di “capitale più vecchia degli Stati Uniti”, essendo stata fondata dagli spagnoli nel 1610, cioè dieci anni prima dello storico approdo dei Padri Pellegrini in Massachusetts.
Già avvicinandosi in auto da Santa Fe a Chama lungo la “U. S. Highway 85” e la “Route 68”, la sensazione di compiere il classico tuffo nel passato è pienamente confermata. Nei pressi dell’antico villaggio indiano di Taos Pueblo la “68” incontra la mitica “Highway 64”, che dopo un viaggio di 3.000 chilometri iniziato nel North Carolina (sulla costa atlantica) rallenta pigramente la sua corsa per affrontare i monti delle grandi riserve indiane. Da qui in poi l’autostrada si distende nell’altopiano che precede i Monti Tulas, affiancata da picchi silenziosi che accrescono la dimensione irreale del paesaggio, ammantato di neve in inverno e punteggiato dal giallo dorato di miliardi di foglie di aspen (Populus tremula) sul finire dell’estate. Località come Tres Piedras, Los Ojos, Tierra Amarilla, Blanco non lasciano dubbi sulle origini spagnole dei colonizzatori della zona. Dopo aver superato la spettacolare Gola del Rio Grande con un ponte alto duecento metri e attraversato il Continental Divide, lo spartiacque che separa i bacini idrografici dell’Atlantico e del Pacifico, ci si lascia alle spalle Dulce, il maggior centro della riserva Apache Jicarilla (si pronuncia “apàci hica-rìha”), per entrare nel vasto territorio dei Navajo, vale a dire la più estesa riserva indiana di tutti gli States. Decine di cartelli propongono l’acquisto di “pecore ben pasciute” e ovunque si incontrano empori che vendono vecchie coperte e monili indiani. A chi non si accontenta e desidera immergersi ancora più profondamente nella cultura indiana, non resta che sintonizzare l’autoradio sulla KTNN-660 AM, un’emittente locale che trasmette esclusivamente in lingua navajo.
Partiamo oggi puntando verso ovest. La regione nordoccidentale del New Mexico costituisce l’ingresso alla Four Corners Area in cui gli stati del New Mexico, dell’Arizona, dello Utah e del Colorado si incrociano. In questa zona la Nazione Navajo pratica la lavorazione dell’argento, la tessitura a mano e la pittura in sabbia tutto di eccellente fattura e raffinatezza. Tali prodotti distribuiti mediante i negozi al dettaglio di Gallup e gli avamposti e rivendite commerciali vicine. Molte attrazioni interessanti sono ubicate a Window Rock, Arizona, a circa 50 chilometri da Gallup. È assolutamente necessario visitare lo stupendo Acoma Pueblo, chiamato anche “Sky City” nonché lo Zuni Pueblo. Molte comunità degli Indiani d’America sorgono accanto alla storica Route 66, conosciuta anche come autostrada I-40. Queste località sono collegate dal Native Heritage Trail, uno degli itinerari secondari panoramici più spettacolari del New Mexico. Questo percorso è costellato di formazioni rocciose e luoghi culturali unici.
Proseguendo verso ovest, andiamo a visitare il parco nazionale della Foresta Pietrificata, che si estende in un arido altopiano che si trova a 314 Km a est del Grand Canyon. Attualmente tutta la zona è protetta rigorosamente dal Parco Nazionale; nondimeno nella seconda metà dell’800 ci furono dei tentativi di “valorizzare” il legno pietrificato, che venne venduto come souvenir o comunque rimosso alla ricerca di improbabili usi industriali o commerciali. Ora rimuovere qualsiasi frammento di roccia dal parco viene considerato crimine federale.
Proseguiamo per andare poi ad ammirare il Meteor Crater. Attenzione, il Meteor Crater NON è un parco o un monumento nazionale, ma è operato e gestito da un associazione privata. Dall’uscita dell’autostrada fino al cratere potremo seguire i cartelloni stradali che abbondano.Dovremo percorrere comunque ancora diverse miglia prima di raggiungere il cratere. Il paesaggio che costeggia la strada è il classico Arizoniano di prateria, strada e qualche animaletto selvatico che ogni tanto corre attraversando la strada facendovi rischiare il cappottamento con la macchina. Una volta giunti al cratere, vi renderete subito conto di una cosa: il cratere stesso non è visibile dall’esterno del centro visitatori, in quanto l’impatto ha provocato l’innalzamento del terreno circostante, creando una sorta di collinetta, che impedisce la vista sul cratere stesso. La discesa nel cratere non è permessa, ma comunque, compreso nella tariffa d’ingresso vi è anche un giro guidato intorno al bordo esterno – tempo permettendo – che offre comunque una buona prospettiva utile a farsi un idea dettagliata di quello che avvenne in zona.
Proseguiamo poi per Flagstaff. Se temete che le cittadine dell’Arizona vi possano abbruttire, fate un salto a Flagstaff, un’oasi culturale in un paesaggio desertico. Il centro storico, che risale ai giorni in cui Flagstaff era una stazione ferroviaria di passaggio, vi solleverà dopo i motel polverosi e gli squallidi ristoranti per camionisti disseminati in tutto lo stato. In questa cittadina, invece, vecchie locande si alternano a ristorantini vegetariani e i rumori più comuni non sono i clacson, ma piuttosto le note di qualche musicista jazz. Se non vi basta questo centro storico non turistico, andate a visitare il Lowell Observatory, dal quale nel 1930 fu avvistato per la prima volta il pianeta Plutone, oppure passeggiate nel quieto arboreto. Flagstaff è un’ottima base per gite di un giorno. In un’ora si raggiungono i villaggi indiani di Anasazi e di Sinagua; oppure potete farvi riallineare i chakra nella mecca New Age di Sedona.
Yuma: l’ultima frontiera, la guerra tra i ricchi del mondo che hanno bisogno dei poveri per restare ricchi, e i poveri che hanno bisogno dei ricchi per sfuggire alla condanna della nascita. Sì, c’è anche il treno per Yuma, processioni di container trascinati dai muli diesel della Union Pacific, lentissimi perché nulla può muoversi in fretta in questo forno, neanche un treno. «Mexico: Last Exit Before the Border», vi avverte un cartello sull’autostrada numero 8, ultima uscita prima del confine.
Arriviamo a San Diego: la bellissima linea costiera, il clima quasi perfetto e l’architettura mediterranea fanno di San Diego la località balneare per eccellenza della California meridionale. Scordatevi i ritmi e l’inquinamento di Los Angeles: se volete immergervi nell’atmosfera della vita di spiaggia del sud della California indossate i bermuda per unirvi ai surfisti, oppure andate al confine con il Messico a comperare tappeti.
Ultima tappa oggi verso ovest per giungere in riva all’Oceano Pacifico, a San Diego. Sebbene le prime presenze umane nella zona di San Diego risalgano a molto tempo fa, sono pochi i luoghi di interesse della regione possano vantare più di un secolo di storia. Il lungo periodo in cui la zona fu abitata dai nativi americani ha lasciato pochi segni tangibili e, nonostante un gran numero di località dai nomi spagnoli e di edifici costruiti con lo stile tipico delle missioni, ci sono in realtà solo una mezza dozzina di strutture che risalgono al periodo in cui la regione si trovava sotto l’amministrazione spagnola e messicana.
Giornate a disposizione per attività e visite individuali. Possibilità di relax al mare o della visita dei quartieri di San Diego.
Giornata di trasferimento verso nord, seguendo la strada Panamericana identificata con il nr. 1 e per raggiungere Los Angeles. Resto della giornata a disposizione. Pernottamento in Hotel.
Trasferimento all’aeroporto di Los Angeles, rilascio dell’auto a noleggio ed imbarco sul volo di ritorno in Italia. Pasti e pernottamento a bordo.
Arrivo in Italia e termine del viaggio.
I veicoli:
Per il viaggio attraverso il West, abbiamo selezionato il modello “Explorer“, della Ford; per chi sceglie di viaggiare in Harley Davidson, abbiamo selezionato i modelli “Fat Boy” e “Heritage“.
E’ naturalmente possibile richiedere veicoli differenti.

Le caratteristiche della Ford Explorer 2020 sono contrassegnate principalmente dalle dimensioni tipicamente americane: la lunghezza è di 5,05 metri e la larghezza è di 2 metri. Il maxi SUV ospita comodamente 7 persone disposte su tre file di sedili.

Nonostante una potenza combinata di 450 cavalli e una capacità di traino di 2500 kg, l’Explorer risulta anche parsimonioso con consumi dichiarati di 3,4 litri per 100 km grazie anche al fatto che 40 chilometri sono percorribili a zero emissioni.
Le caratteristiche della Ford Explorer 2020 sono contrassegnate principalmente dalle dimensioni tipicamente americane: la lunghezza è di 5,05 metri e la larghezza è di 2 metri. Il maxi SUV ospita comodamente 7 persone disposte su tre file di sedili.
Gli esterni si rinnovano soprattutto nel frontale: più filante e con un nuovo taglio della fanaleria. Le maggiori novità riguardano gli interni. Studiati per garantire il massimo del comfort, garantiscono un enorme spazio per tutti e per tutto grazie ad una capacità di carico che tocca i 2.274 litri.

Quando vedete una moto come questa, capite che è così che dovrebbe essere una moto. Grossa, compatta e massiccia. Con i parafanghi avvolgenti in metallo. I tubi della forcella che sembrano dei tronchi d’albero. Il faro cromato dalle dimensioni massicce. E il corposo V-Twin che aspetta solo di essere liberato per la strada, a richiamare l’attenzione ad ogni suo slancio. Ecco che cosa vi può dare una Fat Boy.

Quando vedete una moto come questa, capite che è così che dovrebbe essere una moto. Grossa, compatta e massiccia. Con i parafanghi avvolgenti in metallo. I tubi della forcella che sembrano dei tronchi d’albero. Il faro cromato dalle dimensioni massicce. E il corposo V-Twin che aspetta solo di essere liberato per la strada, a richiamare l’attenzione ad ogni suo slancio. Ecco che cosa vi può dare una Fat Boy. E probabilmente è per questo motivo che, fin dal primo giorno in cui hanno calcato le strade con le loro ruote gigantesche, sono diventate un punto di riferimento irrinunciabile. E’ quindi facile capire che, di questa moto, troverete una quantità enorme di particolari da apprezzare. Cerchi lenticolari pieni. Pneumatico posteriore maggiorato da 150mm. Pedane grandi abbastanza per piedi di tutte le misure. E un generoso motore Twin Cam 88B dotato di sistema EFI e controalberi di bilanciamento, il cuore che pulsa al centro di questa moto. Per una vita in grande stile.

Non vi stupireste di trovare, nascosta sotto un telo impolverato nel granaio dei nonni, una bellezza come la Heritage Softail Classic. Con le borse laterali in cuoio con le borchie, i grossi parafanghi, il gigantesco faro cromato e le passing lamp. Per il motociclista che sogna uno stile classico, non potrebbe esservi nulla di meglio. Ma anche coloro che sono alla ricerca di un mezzo moderno troveranno in questa moto una compagna ideale.

Non vi stupireste di trovare, nascosta sotto un telo impolverato nel granaio dei nonni, una bellezza come la Heritage Softail Classic. Con le borse laterali in cuoio con le borchie, i grossi parafanghi, il gigantesco faro cromato e le passing lamp. Per il motociclista che sogna uno stile classico, non potrebbe esservi nulla di meglio. Ma anche coloro che sono alla ricerca di un mezzo moderno troveranno in questa moto una compagna ideale. Ne volete una prova? Guardate il motore Twin Cam88B. Con i suoi 1450 cc e il sistema di iniezione EFI. Installato su supporti rigidi, ma due ingegnosi controalberi di bilanciamento provvedono ad annullare tutte le vibrazioni, tranne quelle che si avvertono quando si vive una leggenda. La sospensione posteriore è nascosta. I pneumatici Blackwall sono montati su cerchi a raggi. E la sella è ribassata. Pertanto, qualunque sia il genere di moto che preferiate, non troverete alcuna difficoltà a saltare in sella a questa.
Informazioni sul viaggio:
-
LE SISTEMAZIONI:
Trattandosi di viaggio individuale “su richiesta”, sono possibili svariate tipologie di sistemazione.
Di seguito un elenco di alcune suggerite:
- Los Angeles: Westin Hotel
- Las Vegas: Bellagio
- Grand Canyon: Yavapai Lodge East
- Monument Valley: Hampton Inn Kayenta
- Canyon de Chelly: Holiday Inn Chinle
- Mesa Verde: Holiday Inn Cortez
- Santa Fe: Homewood Suite Hotel
- Gallup: Best Western
- Flagstaff: Best Western
- Yuma: Best Western
- San Diego: Loews Hotel
- Los Angeles: Westin Hotel
N.B. le sistemazioni previste potrebbero essere sostituite con altre similari di pari categoria.
Approfondimenti sul Paese:
Vuoi maggiori informazioni sugli Stati Uniti? CLICCA QUI
Prezzi e date:
19 giorni – 17 notti
Viaggio individuale, partenze libere giornaliere
Quota per persona: data la particolarità del viaggio, la quotazione verrà costruita “su richiesta” anche sulla base del veicolo prescelto e del numero di partecipanti.
Quota individuale di gestione pratica: € 95
Assicurazione annullamento-medico-bagaglio: da quotarsi in base al costo totale del viaggio
La quota comprende:
- per il viaggio in auto:
- 17 pernottamenti con sistemazione in camera doppia
- trattamento di “solo pernottamento”
- noleggio mezzo fuoristrada 4 WD/ADW ( base 4 persone per auto )
- Le tariffe includono: chilometraggio illimitato, Riduzione Franchigia Danni/Furto (LDW), copertura supplementare Responsabilità Civile (LIS), Tasse e sovrattasse locali, Oneri Aeroportuali, supplemento 3 guidatori aggiuntivi e pieno di benzina
- per il viaggio in moto:
- 17 pernottamenti con sistemazione in camera doppia
- trattamento di “solo pernottamento”
- noleggio Harley Davidson per 16 gg.
La quota non comprende:
- per il viaggio in auto:
- I voli da e per l’Italia e relative tasse aeroportuali
- Drop Off vettura da regolarsi in loco
- Assicurazione PAI (Protezione Infortuni) e PEC (Protezione effetti personali) per l’auto in loco
- Assicurazione per assistenza e spese mediche illimitate
- Assicurazione per annullamento viaggio
- Quota individuale di gestione pratica
- Tutto quanto non specificato alla voce “la quota comprende”
- per il viaggio in moto:
- I voli da e per l’Italia e relative tasse aeroportuali
- Drop Off moto da regolarsi in loco
- Migliaggio illimitato: 32€ al giorno *
- Assicurazione Enhanced VIP
- Copertura Danni e Furto (Il noleggiatore paga sino a $1000, quale franchigia): 22€ al giorno *
- SLI (Responsabilità civile verso terzi): 12€ al giorno *
- Pai/Pec: 5€ al giorno *
- Assicurazione per assistenza e spese mediche illimitate
- Assicurazione per annullamento viaggio
- Tutto quanto non specificato alla voce “la quota comprende”
* importo indicativo, soggetto a variazioni senza preavviso
Formalità d'ingresso:


DOCUMENTAZIONE NECESSARIA PER L’INGRESSO NEL PAESE:
Per informazioni aggiornate, suggeriamo di consultare il sito VIAGGIARE SICURI
Passaporto: necessario, con data di scadenza successiva alla data prevista per il rientro in Italia.
Visa Waiver Program
Il programma Visa Waiwer Programme consente a cittadini di 38 Paesi, tra cui l’Italia (cfr. https://www.dhs.gov/visa-waiver-program-requirements), di entrare negli Stati Uniti per motivi di affari e/o turismo per soggiorni non superiori a 90 giorni senza dover richiedere un visto d’ingresso. Per tutte le altre finalita’, e’ invece necessario richiedere il visto d’ingresso (cfr. infra).
Per entrare negli Stati Uniti nell’ambito del programma “Viaggio senza Visto” (Visa Waiver Program – VWP) è necessario ottenere un’autorizzazione ESTA (Electronic System for Travel Authorization – ESTA). L’autorizzazione, che ha durata di due anni, o fino a scadenza del passaporto, va ottenuta prima di salire a bordo del mezzo di trasporto, aereo o navale, in rotta verso gli Stati Uniti accedendo, almeno 72 ore prima della partenza, tramite Internet al sito https://esta.cbp.dhs.gov. Il Programma ESTA ha subito alcune importanti modifiche a seguito dell’approvazione da parte del Congresso americano del ”Visa Waiver Program Improvement and Terrorist Travel Prevention Act of 2015” (dicembre 2015), una legge che comporta nuove condizioni per chi intende viaggiare verso gli Stati Uniti in esenzione da visto.
Si sintetizzano qui di seguito le misure di attuazione della nuova normativa, raccomandando anche a chi ha un ESTA in corso di validità di controllare attentamente, prima della partenza, i siti web delle Sedi diplomatiche e consolari statunitensi per verificare la sussistenza della possibilità di essere ammessi negli USA senza visto.
In particolare, la normativa attuale prevede che
– dal 21 gennaio 2016, i cittadini di Paesi VWP (inclusa quindi l’Italia) che siano anche cittadini di Iran, Iraq, Siria e Sudan per poter entrare negli Stati Uniti dovranno munirsi di regolare visto d’ingresso;
– dal 18 febbraio 2016 le restrizioni si applicano anche per gli individui che si sono recati, dal 1 marzo 2011 in poi, in uno dei seguenti Paesi: Iran, Iraq, Libia, Siria, Somalia, Sudan e Yemen.
I funzionari di governo (”full-time”) e il personale militare di Paesi del VWP recatisi nei suindicati Stati per ragioni di servizio sono esclusi da tale restrizione.
Le autorità USA possono peraltro concedere eventuali ”eccezioni” a tali restrizioni (valutando ”on a case by case basis”) per i richiedenti ESTA che rientrino in una delle seguenti categorie di viaggiatori:
1) Persone che hanno viaggiato in Iran, Iraq, Sudan o Siria
– per conto di ”international, regional, or sub-national organization on official duty”;
– per conto di ”humanitarian NGO on official duty”;
– in qualità di giornalista ”for reporting purposes”.
2) Persone che hanno viaggiato in Iran ”for legitimate business-related purposes” a seguito della conclusione del ”Joint Comprehensive Plan of Action” con l’Iran del 14 luglio 2015.
3) Persone che hanno viaggiato in Iraq ”for legitimate business-related purposes”.
4) Persone che hanno viaggiato in Iraq, Siria, Iran, Sudan, Libia, Somalia, or Yemen che mantengono “current Global Entry program membership”.
In tali casi, è fondamentale presentare alle Autorità USA tutti i documenti in grado di provare l’appartenenza ad una delle categorie indicate.
In tutti i casi dubbi, si raccomanda di contattare sempre le Autorità USA in Italia (Ambasciata e/o Consolati) e/o procedere alla richiesta del visto.
Per usufruire del programma “Visa Waiver Program” è necessario:
– essere in possesso di un passaporto elettronico. Dal 1° aprile 2016, per poter entrare nel territorio degli Stati Uniti in regime di esenzione del visto (attraverso l’ESTA), è introdotto il requisito obbligatorio del possesso di un passaporto elettronico contenente i dati biografici e biometrici del titolare. Si intende per “passaporto elettronico” il libretto dotato di microprocessore);
– viaggiare esclusivamente per affari e/o per turismo. Va tenuto ben presente che il soggiorno negli Stati Uniti sulla base di un ESTA non dà alcun titolo a svolgere attività remunerate, anche saltuarie (per cui occorrono specifici visti);
– rimanere negli Stati Uniti non più di 90 giorni. La permanenza nel Paese oltre i 90 giorni può compromettere la possibilità di usare nuovamente il programma Visa Waiver. Si attira l’attenzione sul rigore con cui viene applicata la normativa vigente: anche pochi giorni di “Overstay” (permanenza in territorio statunitense oltre il consentito) possono comportare l’intervento delle Autorità americane che può arrivare sino alla detenzione anche per periodi prolungati e/o compromettere la possibilità di futuri ingressi nel Paese. A seguito di recenti casi, si segnala infine una particolare severità delle autorità lungo il confine terrestre tra lo Stato di Washington e il Canada e tra il Messico e gli Stati della California e del Texas.
– possedere un biglietto di ritorno.
In mancanza anche di uno dei suddetti requisiti, è necessario richiedere il visto presso l’Ambasciata o il Consolato USA presenti in Italia.
Le risposte che verranno fornite dal sistema “ESTA” potranno essere di tre tipi:
1)“Authorisation Approved”, nel caso di concessione dell’autorizzazione. L’autorizzazione sarà valida per due anni o fino a quando il passaporto del viaggiatore non scade e consentirà la possibilità di effettuare più viaggi negli Stati Uniti senza che per ognuno di essi sia necessaria una nuova registrazione on-line ed una conseguente nuova autorizzazione;
2) Travel not Authorized”, nel caso di diniego dell’autorizzazione. In tal caso occorrerà rivolgersi al Consolato americano per richiedere il visto.
3) “Authorization Pending”, nel caso in cui siano necessarie ulteriori informazioni ai fini del rilascio dell’autorizzazione.
L’“ESTA” (come già avviene attualmente in base al “Visa Waiver Program”) non garantirà un’automatica ammissione in territorio americano che sarà lasciata alla discrezionalità delle competenti Autorità doganali e di frontiera.
Al fine di facilitare il processo di valutazione dei dati forniti con la registrazione, si consiglia di compilare il modulo ESTA con ampio anticipo.
Per maggiori informazioni riguardo il programma “ESTA” si consiglia di consultare direttamente il sito internet: www.cbp.gov./travel.
A complemento del programma di Sicurezza ESTA, un’ulteriore procedura è entrata in vigore dal 6 settembre 2010 denominata “Secure Flight Program”. Tale programma, sviluppato dall’Autorità statunitense TSA (Transportation Security Administration), si applica a tutti i passeggeri che viaggiano da/per e all’interno degli Stati Uniti.
Il Secure Flight Program richiede che una serie di informazioni (cognome e nome, data di nascita, genere maschile o femminile) siano fornite per tutti i passeggeri che prenotano e acquistano biglietti per viaggi da/per o all’interno degli USA.
Informazioni complete e dettagliate su quanto è richiesto al passeggero sono reperibili consultando il sito: www.tsa.gov, o attraverso la compagnia aerea utilizzata o il proprio agente di viaggio.
Viaggi all’estero di minori
si prega di consultare l’approfondimento presente sul sito: Documenti di viaggio – Documenti per viaggi all’estero di minori.
Visto d’ingresso
In mancanza anche di uno solo dei requisiti necessari per usufruire del “Viaggio senza Visto” è necessario richiedere il visto presso l’Ambasciata o il Consolato USA presenti in Italia.
Tutti i cittadini italiani che entrano nel Paese, in esenzione di visto “Visa Waiver Program” o con visto USA di una delle seguenti categorie:
– B1/B2 affari o turismo per periodi di permanenza superiori ai 90 giorni o per sanare precedenti situazioni irregolari;
– F/M/J/Q -studenti, studiosi, ricercatori, scienziati, anche in ambito di scambi culturali;
– H/L/O/P- lavoratori temporanei;
– C1- in transito verso paesi terzi;
– C1/D -equipaggi d’aerei o navi;
– R- (religiosi);
– I – (giornalisti);
– E – (operatori economici e commerciali)
sono soggetti nell’ambito del programma “US-VISIT” all’acquisizione delle impronte digitali (indice sinistro e destro) e della fotografia digitale all’arrivo alle frontiere americane.