Viaggi e turismo
Isole Cook
Le isole Cook sono un arcipelago dell’Oceano Pacifico, tra l’Equatore e il Tropico del Capricorno, a nord-ovest della Nuova Zelanda. Le isole sono suddivise in dieci isole principali, a loro volta divise in distretti, divisi in villaggi, divisi a loro volta in tapere, una suddivisione storica tradizionale delle isole. L’arcipelago comprende due gruppi distinti:
.. Isole Cook meridionali: composto dai due atolli di Manuae e Takutea e dalle sei isolette vulcaniche di Rarotonga (la più estesa dell’intero arcipelago: 67,1 km²), Aitutaki , Mangaia, Atiu, Mauke e Mitiaro.
.. Isole Cook settentrionali: includono i sette atolli corallini di Manihiki, Nassau, Palmerston, Penrhyn o Tongareva, Pukapuka, Rakahanga, Suwarrow o Suvorov.
Le isole sono così denominate in onore dell’esploratore James Cook, che ne scoprì alcune (1777) durante il suo terzo viaggio nei mari del Pacifico; le isole, poste sotto protettorato britannico nel 1888, furono trasferite nel 1901 alla Nuova Zelanda, che nel 1965 concesse loro l’autogoverno interno.
Le Cook sono caratterizzate da un clima tropicale oceanico con potenzialità cicloniche; si hanno rischi di tifoni soprattutto da novembre ad aprile; si alternano due principali stagioni: una secca e più fredda che va da aprile a novembre, con temperature comprese tra 24°C e 30°C; e una calda (mitigata dalle brezze marine) tra dicembre e marzo, che è anche la stagione delle piogge con brevi e violenti acquazzoni e una media annua di 2130 mm di precipitazioni. La temperatura minima non scende mai sotto i 18 gradi.
Gli abitanti delle Isole Cook sono fondamentalmente polinesiani, ossia abitanti delle “molte” (poli) isole del Pacifico meridionale, e sono di etnia Maori, lontanamente imparentati con i Maori della Nuova Zelanda. Anche la lingua locale, il maori delle Isole Cook, ha legami con il maori neozelandese e le lingue polinesiane di Tahiti e delle Hawaii, ma praticamente tutti parlano l’inglese come seconda lingua.
Gli abitanti delle Isole Cook hanno fama di essere i migliori danzatori della Polinesia e secondo gli esperti sono anche più bravi dei tahitiani. Le danze delle Isole Cook sono notoriamente sensuali e per tradizione vengono eseguite in onore di Tangelo, dio della fertilità e del mare. Ogni occasione è buona per danzare, ma i momenti più belli sono le frequenti ‘island nights’, durante le quali le sensuali e rotondette danzatrici invitano gli ignari papaya (stranieri) a salire sul palco per unirsi al ballo.
Tra i prodotti artigianali meritano una menzione particolare le asce tradizionali, con la lama in pietra e il manico in legno riccamente intagliato, i ventagli, le cinture, i cesti, i copricapo di piume e i sedili di legno e le tivaevae, coperte con applicazioni che di solito vengono usate come copriletto.
Si conosce assai poco della religione praticata prima dell’arrivo degli europei, a parte il fatto che si basava sul culto di divinità che vivevano in 12 cieli, 7 sopra il sole e 5 sotto di esso, più un dominio sotterraneo; ciascun cielo era sede di particolari divinità e spiriti. Gli sforzi compiuti dai missionari per cancellare queste credenze hanno avuto l’esito sperato e oggi la maggior parte degli abitanti è di fede cristiana. La chiesa principale è la Cook Islands Christian Church (CICC), fondata dai missionari negli anni ’20 del XIX secolo.
Il turismo ha tratto impulso dalla costruzione di un aeroporto internazionale a Rarotonga.
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